Relazioni pericolose, ossimori, opposizioni: nascono dalle contraddizioni e dalle antinomie i nuovi percorsi concettuali della moda. «La morbidezza dialoga con la rigidità, la compattezza di certi tessuti si alterna alla leggerezza di altri: nasce così il futurismo, quell'idea che aveva reso rivoluzionario il lavoro di Pierre Cardin negli anni Sessanta» diceva ieri Laura Lusuardi, fashion director delle collezioni Max Mara dopo aver fatto sfilare un nuovo minimalismo espresso in forme pulite e talvolta enfatizzate da volumi couture o sottolineate dall'abilità artigianale di tenere insieme parti di tessuto con sezioni di pelle nello stesso abito attraverso l'applicazione di graffette metalliche. Lodevole la nuova freschezza di spolverini e abiti tunica portati, come impone l'ottica moderna, su pantaloni al ginocchio. E godibili anche i blazer blouson. E a proposito di colori una scossa alla bellissima e godibilissima gamma di beige che facevano pensare al deserto è arrivata con un sorprendente verde menta. La stessa atmosfera si respirava anche nella perfetta collezione Atelier Siviglia, un progetto che al secondo appuntamento è apparso ancora più preciso: disegnare una nuova geografia del fascino femminile attraverso lo studio architettonico delle proporzioni. I virtuosismi tipici della couture erano ben visibili nel taglio straordinario delle nuove giacche, nelle sezioni che compongono l'abito bustier di raso blu sospeso a un'aletta che ricorda la Nike di Samotracia.
Ma non è tutto perché ogni modello è frutto di una creatività contemporanea - il nome del designer internazionale che sta dietro la collezione rimane tuttora un segreto - e di una scuola di bravura sartoriale davvero straordinaria. Notevole l'abito da sera rosso mandarancio: un piccolo capolavoro di incisioni e carezze intorno al corpo alla scoperta di una nuova forma. Del resto l'impronta couture è un mantra delle collezioni per la prossima primavera-estate. Anna Molinari che disegna con mano felice la linea Blugirl, ne ha fatto l'argomento forte di una collezione leggera come una farfalla. «Tessuti preziosissimi e stampe tridimensionali sono irrinunciabili - dichiarava nel backstage la stilista che ama purezza e romanticismo. Faille di seta per le gonne ballon e per quelle lunghe, chiffon e crêpe de chine per i bellissimi caftani stampati anche a roselline di campo, macro paillette per spettacolari tubini da sera. E poi le stampa con ali di farfalla che fan volare alto un irresistibile abito da sera in chiffon arancio. Irresistibili i cappelli di paglia alla garçonne con spille gioiello applicate sulla fascia colorata e i sandali in pelle bi e tricolore con fiocchi alla caviglia che sembravano steli fioriti. Ali di farfalla ma decisamente astratte quelle di Albino che cerca la leggerezza nell'assenza. Lo stilista Albino D'Amato si è infatti ispirato a una tela surrealista di Max Ernst per applicare la tecnica del frottage sui tessuti: i disegni e le stampe di un materiale vengono portati alla luce grattando la materia che lo ricopre.
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