Abu Omar, Berlusconi: "Resta il segreto di Stato"

Berlusconi mantiene la posizione già espressa. Il giudice che a Milano si occupa del processo per il sequestro di Abu Omar si era rivolto al premier dopo che due appartenenti al Sismi durante le loro deposizioni in aula avevano opposto il segreto di Stato

Abu Omar, Berlusconi: 
"Resta il segreto di Stato"

Roma - "Confermo il segreto di Stato". È questa in sintesi la risposta di Silvio Berlusconi al giudice Oscar Magi che a Milano si occupa del processo per il sequestro di Abu Omar dove sono imputati tra gli altri l’ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e 26 agenti della Cia. Magi si era rivolto a Berlusconi dopo che due appartenenti al Sismi durante le loro deposizioni in aula avevano opposto il segreto di Stato.

La posizione del premier "Pur dubitando della legittimità di tale procedura, consistente in un ulteriore e diversamente articolato interpello rispetto alla semplice richiesta di conferma del segreto opposto alla domanda - scrive Berlusconi - così come previsto dalla legge e contestando decisamente l’esistenza di qualunque equivocità ed ambiguità mie e del mio predecessore nella posizione del segreto di Stato, intendo dare una risposta piena in quello spirito di leale collaborazione tra poteri dello Stato". Il presidente del Consiglio spiega che "la opposizione del segreto nella specie si fonda sull’esigenza di riserbo che deve preservare la credibilità del servizio nell’ambito dei suoi rapporti internazionali con gli organismi collegati".

La tutela dei Servizi Secondo Berlusconi, infatti, "la divulgazione di notizie rivelatrici anche di parti soltanto di tali rapporti esporrebbe i nostri Servizi al rischio concreto di un ostracismo informativo da parte dei Servizi stranieri con evidenti negativi contraccolpi nello svolgimento dell’attività presente e futura". Il presidente del Consiglio spiega che "nel caso l’assoluto riserbo venisse meno l’efficace operativa dei servizi sarebbe gravemente compromessa. Credo che quanto fin qui detto sarebbe sufficiente per una conferma del segreto opposto adeguatamente motivata". Il premier ricorda che il giudice "ravvisa ambiguità in quella che sarebbe una contraddizione tra insussistenza del segreto di Stato sul fatto reato da un lato e segretazione dei rapporti tra Servizi italiani e stranieri in quanto collegati o collegabili a quel fatto".

Gli errori di vizio Secondo Berlusconi l’assunto del giudice Magi "appare viziato da due errori consistenti l’uno in una distorta lettura della mia direttiva l’altro in una non condivisibile concezione dei rapporti di competenza tra presidenza del Consiglio e magistratura in materia di segreto di Stato". Berlusconi inoltre ricorda che nella sua nota del 6 ottobre non diceva affatto che era coperto da segreto di Stato qualsiasi rapporto tra Servizi italiani e stranieri in quanto collegato o collegabile al sequestro di Abu Omar. Berlusconi scrive che invece "esprimeva la assai diversa direttiva: 'Tale ultima prescrizione va confermata e ribadita con conseguente dovere per i pubblici dipendenti in oggetti di opporre il segreto di Stato in relazione a qualsiasi rapporto tra i Servizi italiani e stranieri ancorché in qualche modo collegato o collegabile con il sequestro di Abu Omar'". Berlusconi lamenta che quel "ancorché" sarebbe stato sostituto da un innocuo "In quanto". Secondo Berlusconi in questo modo "si capovolge il senso del discorso". Sempre secondo il presidente del Consiglio "il secondo errore consiste in una non condivisibile concezione dei confini tra giurisdizione e segreto di Stato, concezione già enunciata in una precedente ordinanza e che attualmente è sottoposta all’esame della Corte Costituzionale".

La conclusione del premier Berlusconi conclude la sua risposta al giudice spiegando che la magistratura è libera di indagare sul fatto reato non coperto da segreto con tutti i mezzi di prova consentiti. "Ma - aggiunge Berlusconi, - tra tali mezzi peraltro non possono essere compresi, perché coperti da segreto quelli che riguardano i rapporti tra Servizi italiani e stranieri".

La difesa di Pollari Pur premettendo di non avere ancora letto la missiva indirizzata da Silvio Berlusconi al giudice Oscar Magi, uno dei legali di Nicolò Pollari, Nicola Madia, commenta il nuovo sviluppo nella vicenda sul sequestro di Abu Omar: "In linea generale posso dire che se si conferma il segreto di stato sulle circostanze da noi già indicate, si conferma che Pollari non può addurre a propria discolpa elementi fondamentali per la propria difesa in quanto coperti da Segreto

di Stato". Quindi, secondo il legale dell’ex numero uno del Sismi, la conferma dell’esistenza del Segreto di Stato contenuta nella lettera inviata da Berlusconi giocherebbe un 'punto' a favore della posizione di Pollari.

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