La procura di Milano "Decideremo nelle prossime ore se inviare un altro sollecito alle autorità egiziane per poter interrogare Abu Omar, ma le speranze di poterlo andare a sentire in Egitto sono poche". È quanto affermato dal procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, sulla possibilità di sentire l'ex imam ora che è stato scarcerato. "Abbiamo chiesto più volte alle autorità egiziane di poter sentire Abu Omar - spiega il magistrato titolare dell'inchiesta sul sequestro dell'ex imam - abbiamo inviato dei solleciti, ma non abbiamo mai avuto alcuna risposta. Tra l'altro non esiste convenzione con l'Egitto, quindi mi sembra difficile che ci possa essere consentito di sentirlo adesso, come noi ci augureremmo". Se venisse in Italia verrebbe arrestato? è stato chiesto al procuratore aggiunto di Milano. "C'è un provvedimento di cattura emesso e diffuso a livello internazionale - spiega Spataro - ma anche su questo con l'Egitto non vi sono convenzioni, quindi non possiamo chiedere l'estradizione, è una situazione fluida". In merito al valore dell'eventuale testimonianza di Abu Omar in questa fase del procedimento, Spataro chiarisce: "Siamo nella fase dell'udienza preliminare, il giudice non ha il potere di assumere nuove prove, salvo che queste non possano essere considerate essenziali per prosciogliere gli imputati, dunque non è questo il caso. Le dichiarazioni di Abu Omar se dovessero essere accolte - conclude Spataro - servirebbero per un futuro dibattimento, ove il giudice decidesse di andare a dibattimento e di accogliere la richiesta del pm".
La moschea di viale Jenner "Non so se per lui sia meglio tornare o no in Italia, ma spero che rientri per difendersi da accuse ingiuste. Abu Omar è innocente come tutti noi e come sta riconoscendo lo stesso pm nel processo Sfinge dove ha chiesto delle assoluzioni". Lo dice Abu Imad imam della moschea di viale Jenner a Milano. Abu Imad spiega di non essere riuscito a parlare con Abu Omar scarcerato in Egitto ma di aver saputo che sta bene.
Il cognato dell'ex imam "Quando ho chiamato in Egitto ho sentito il sorriso". Così ha raccontato il cognato di Abu Omar all'avvocato Antonio Nebuloni, legale di Nabila, la moglie dell'imam, riferendogli della telefonata fatta ieri in Egitto dopo la scarcerazione del religioso. Il cognato ha riferito al legale che l'altro ieri Nabila era andata in carcere per un colloquio con il marito, il quale le aveva già anticipato che "c'era aria di scarcerazione" e che quindi il giorno dopo sarebbe uscito di prigione. Sempre secondo quanto è stato riferito dal familiare, Abu Omar è stato rilasciato dal carcere del Cairo alle 15 di ieri e trasferito in una stazione di polizia di Alessandria d'Egitto per essere poi portato a casa, dove si trovano la moglie e i fratelli dell'ex imam. "Quando ieri ho telefonato, dopo aver saputo della liberazione dalla tv al Jazeera, ho sentito il sorriso - ha dichiarato riferendosi alla felicità dei familiari e dello stesso imam -. Abu Omar sta bene, e non è uscito per problemi di salute".
I legali di Pollari: vicenda oscura «La notizia della seconda scarcerazione di Abu Omar, risulterebbe infatti sia già stato scarcerato una prima volta nel 2004, è sempre più oscura». Lo affermano gli avvocati Titta Madia e Franco Coppi, difensori dell'ex direttore del Sismi, Nicolò Pollari.
«Se Abu Omar venisse in Italia - hanno aggiunto - ovvero se fosse possibile interrogarlo in Egitto, avremmo da porgli una miriade di domande che, probabilmente, non troverebbero risposta». Una di queste, hanno concluso, è «come mai aveva la possibilità di sentire la moglie al telefono quando, a suo dire, era sottoposto ad un regime di tortura».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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