Gli accademici fantasmi di Cambridge

Qual era il miglior modo per non annoiarsi nelle lunghe serate invernali della Cambridge degli inizi del secolo scorso? Ovviamente dedicarsi al passatempo, molto british, delle storie di fantasmi. Il gioco diventava particolarmente interessante se a mettere mano alla penna, magari sotto pseudonimo, erano fellow e master del Jesus college o del King’s college. Professoroni colti che dismettevano il paludato stile dell’accademia per dar prova di saper ambientare dentro le mura della loro vetusta università avventure colme di terrori ectoplasmici. E qualcuno di questi accademici ci riuscì così bene da diventare, è il caso di M.R. James, uno specialista del genere, apprezzato ben al di fuori della cerchia universitaria. Certo non tutti erano al suo livello e molta di quella produzione è andata per questo dimenticata e perduta. La raccolta Fantasmi in biblioteca (Edizioni Sylvestre Bonnard, pagg. 158, euro 15, traduzione di Mario Conetti, introduzione di Rosemary Pardoe) ce ne restituisce però qualcuno.

Gli autori, di non semplice identificazione, appartenevano tutti alla cerchia degli amici del caposcuola M. R. James. Di quest’ultimo sono anche due racconti, ancora soltanto sbozzati, che vengono pubblicati per la prima volta in Italia.

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