Stefano Vladovich
Aveva appena aperto il negozio, un call center in via Annovazzi, a Civitavecchia. Non poteva certo immaginare che il primo cliente fosse proprio il suo ex compagno, Mario G., 51 anni, un elettricista della zona. Ieri mattina luomo entra come una furia nel locale e senza pensarci un istante scavalca il bancone e si getta sulla poveretta. Veronica G., 29 anni, proveniente dallUzbekistan ma da tempo in Italia, è madre di una bambina. Lenergumeno prima lafferra per il collo, poi la solleva e la sbatte con violenza sul tavolo. Subito dopo schiaffi e pugni fino a fratturarle lo sterno. Non contento lex convivente, accecato dalla gelosia, simpadronisce del cellulare della vittima, probabilmente per controllare le chiamate ricevute da altre persone. Sono le 9: le urla della vittima fanno accorrere i pochi passanti. Un turista italo-francese si avvicina alla porta. Luomo si rende conto della situazione e telefona al 112. «Correte più in fretta che potete altrimenti questo qui lammazza». La richiesta di aiuto è chiara, tanto che la «gazzella» dei carabinieri più vicina si precipita sul posto in pochi secondi. Sufficienti, purtroppo, alloperaio fuori di senno per allontanarsi e girare langolo. Il quartiere viene battuto e setacciato palmo a palmo e nel giro di qualche minuto lelettricista viene rintracciato e arrestato. «Davanti agli uomini in divisa si è bloccato immediatamente - racconta il maresciallo Giuliano Mangoni, comandante della stazione dei carabinieri di Civitavecchia -. In mano aveva ancora il cellulare della donna: stava sfilando la sim-card probabilmente prima di disfarsi dellapparecchio». Laggredita, nel frattempo, viene trasportata in ambulanza allospedale della cittadina portuale. Ricoverata per trauma cranico e lesioni allo sterno, per Veronica la prognosi è di almeno 40 giorni. «A quel punto abbiamo indagato sul passato della coppia - concludono gli inquirenti - e abbiamo scoperto che nella loro burrascosa storia damore, durata un anno, lelettricista lha picchiata più volte spedendola al pronto soccorso. E sempre per gelosia».
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