Accoglienza immigrati, Chiamparino ora dice no: "Non sono un fesso"

Il primo cittadino di Torino adesso nega la sua disponibilità ad accogliere gli immigrati. "Appena ho detto che Torino era disponibile a fare la sua parte, dalla prefettua sono partiti con picchetti e tende". E poi: "C'è il rischio di rivolte, accetto solo profughi"

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Chiamparino ora dice no: 
"Non sono un fesso"

"Non mi piace passare per fesso". E' questa la motivazione fornita dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, per spiegare il suo dietrofront sull'accoglienza degli extracomunitari. A pochi giorni dal trasferimento di 1.500 immigrati (previsto per lunedì), il sindaco di Torino adesso nega l'utilizzo dell'Arena Rock. E sospende la disponibilità finché non verrà fatta chiarezza da parte del governo. in un'intervista a Repubblica spiega: "Appena ho detto che Torino era disponibile a fare la sua parte, dalla prefettua sono partiti con picchetti e tende. Senza garanzie e senza impegni. Per questo ho bloccato tutto". "Ho capito -aggiunge Chiamparino- che Maroni non era in malafede ma non ci sto a fare la parte di quello che accetta di accogliere persone in difficoltà per poi scoprire che si vuol fare un centro di espulsione a cielo aperto". "La politica -osserva- non si fa con le chiacchiere, e nemmeno con la demagogia". E questo dovrebbe averlo capito anche il governatore leghista Roberto Cota. "Mi ha detto -racconta Chiamparino- che non è contrario a far arrivare i clandestini in Piemonte. Evidentemente di fronte ai problemi concreti la demagogia finisce quasi sempre per mostrare le gambe corte".

Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, interviene dalle pagine di Repubblica per spiegare inoltre "che a Torino devono arrivare profughi e non clandestini da espellere". "Non sono contrario in via di principio ai centri di identificazione ed espulsione", precisa Chiamparino. "A Torino ne abbiamo uno, ospita meno di 200 persone e non è sempre facile mantenere l’ordine".

Per questo, spiega il sindaco, "è un’idea folle quella di radunare 1.500-2.000 persone sotto le tende e annunciare loro che verranno presto espulse e rimandate a casa: la rivolta inizierebbe nel giro di cinque minuti e sarebbe incontrollabile".

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