«Un accordo alla pari sfumato dieci anni fa»

«La holding doveva essere controllata al 50% da Parigi e Roma. Il no senza un perché»

da Milano

Il pressing di Air One ieri è stato fortissimo. Venerdì il cda di Alitalia sceglierà con chi continuare in esclusiva le trattative per la cessione, e all’assoluto silenzio di Air France ha fatto eco l’attivismo frenetico del concorrente italiano. In mattinata si è speso in prima persona Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo - advisor finanziario della compagnia di Carlo Toto - incontrando i tre segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, ai quali ha illustrato l’operazione proposta.
Nel pomeriggio la compagnia ha emesso un comunicato per smentire le voci di spartizione di Alitalia: «La nostra offerta è per l’intero perimetro», è stato ribadito seccamente. In una nota, Toto ha poi insistito nella richiesta di un «incontro approfondito» con l’advisor industriale di Alitalia, Roland Berger, prima di una decisione definitiva, «per una corretta valutazione». In serata, poi, in grande contemporanea, le intervista a Passera sul Tg1 e allo stesso Toto sul Tg5. «Progetto solido e affidabile - lo ha definito Passera - che supportiamo in ogni modo perché sarebbe fornito il servizio migliore all’Italia», con attenzione al futuro degli aeroporti di Roma e di Milano. «Le decisioni - ha aggiunto Toto - devono essere prese serenamente, nell’interesse del Paese».
Pochi, tuttavia, ormai scommettono su Air One, considerata soprattutto troppo fragile dal punto di vista patrimoniale. Venerdì mattina il cda di Alitalia, sentiti gli advisor, darà il via libera alla trattativa con (salvo colpi di scena) Air France. Una nota di Palazzo Chigi ha precisato che l’indicazione del cda sarà oggetto di un esame approfondito da parte del governo per verificare se la proposta del soggetto con cui l’azienda intende avviare una trattativa in esclusiva è conforme ai profili di interesse generale. Il governo prevede di concludere la propria valutazione entro la prima metà di gennaio. Mentre il titolo Alitalia tirava il fiato in Borsa (più 2,12%), ieri anche sul fronte sindacale la giornata è stata serrata, culminata con l’incontro delle 18 tra il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, e i rappresentanti dei confederali (più l’Ugl). L’incontro non era specificamente sull’Alitalia, ma su tutto il settore del trasporto; l’esito è stato tale che i sindacati, all’uscita dal ministero, hanno proclamato uno sciopero generale di 24 ore per il 28 gennaio. All’Alitalia è stata riservata parte della discussione; Bianchi, secondo fonti sindacali, ha sostenuto la bontà della propria richiesta di un supplemento d’indagine, ma ha lasciato chiaramente intendere che la scelta cadrà su Air France. Da parte sua, il presidente dell’Alitalia, Maurizio Prato, ha convocato i sindacati per venerdì, dopo la riunione del cda, suscitando reazioni polemiche; i confederali hanno già fatto sapere che non ci saranno: «Non intendiamo essere informati a cose fatte».
Oggi agli incontri tra Romano Prodi e Nicolas Sarkozy l’argomento Alitalia «non è in agenda», ha fatto sapere il premier italiano.

Il suo vice, Rutelli, ha peraltro escluso che le strategie di Alitalia «si scrivano a Parigi» ed è parso possibilista su un nuovo rinvio. Gli ha fatto eco Pierluigi Bersani (Industria): «Una settimana di più o di meno non cambia nulla». E ha aggiunto: «L’italianità non è indispensabile».

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