- Sapete perché è stato possibile sgomberare il centro sociale Askatasuna, dopo 30 anni di occupazione? Facile: perché gli antagonisti torinesi hanno commesso un errore madornale. Si sono scavati la fossa da soli. Per capire bene partiamo dalle dichiarazioni di Chiara Appendino, grillina della prima ora, che di Torino è stata anche sindaco. Ha detto che il blitz della polizia, per quanto muscolare — qualsiasi cosa voglia dire — era “inevitabile dopo le violenze degli ultimi mesi”. Eh no. Perché se era “inevitabile”, viste le violenze, allora andava liberato diversi anni fa. È da tempo infatti che i militanti del centro sociale sono in prima linea a fare casino. Cito Repubblica per non sembrare di parte: “Askatasuna è presente nei cortei e nelle manifestazioni, è protagonista di scontri con le forze dell’ordine, ha un ruolo di primo piano nelle lotte No Tav in Valle di Susa”. I giudici avranno pure escluso l’associazione a delinquere, ma qualche mese fa 18 attivisti sono stati condannati per reati vari, con pene fino a quattro anni di carcere, a dimostrazione che non si trattava proprio di un circolo per giocare a briscola. Tanto che il prefetto Donato Cafagna ha fatto notare come “nel corso di attività di notifica di atti giudiziari si è verificato che all’interno di Askatasuna ci fossero ancora soggetti destinatari di provvedimenti di sicurezza da parte dell’autorità giudiziaria per attività violente”. Insomma: se il problema erano le violenze, allora si poteva intervenire prima. Perché quindi solo adesso? Facile. Perché l’assalto a La Stampa ha tolto ad Askatasuna ogni copertura politica e mediatica. Hanno toccato “uno dei loro”. E quindi nessuno, né il Pd, né i grandi quotidiani, né i politici di ogni ordine e grado — salvo rare eccezioni — si sognerebbe di difendere chi ha aggredito un quotidiano.
- Se infatti il ministro Piantedosi avesse messo in pratica lo sgombero a seguito del pestaggio di un poliziotto, come ne sono avvenuti, sarebbe stato sommerso da giornali e benpensanti che avrebbero difeso il “percorso di legalità” intrapreso con il Comune. Invece ora tutto tace, o quasi. Perché in questo Paese, se lanci una bomba molotov contro un agente passa tutto in cavalleria. Ma se tocchi la sinistra giornalistica, muori. Patetico, ma vero.
- Ero un grande fan di Annalisa. Ma santa pupa, ormai le canzoni sono tutte uguali.
- Adoro quando i fatti di cronaca portano alla ribalta realtà come il Partito marxista leninista (sì, purtroppo esiste). Il PML sostiene che lo sgombero di Askatasuna “rappresenta un atto politico gravissimo e deliberato”. Cioè: i leninisti lamentano la repressione, dopo che — scrive il Corriere — “il Gulag non è stato una deviazione, bensì la conseguenza logica della politica di Lenin”.
- Ma poi com’è bello leggere i loro comunicati. Sanno davvero di anni Trenta. “Da oltre trent’anni Askatasuna è un punto di riferimento per il movimento antagonista…”. Adoro.
- Vi siete mai andati a leggere il curriculum vitae di Askatasuna? In quanti scontri, violenze e processi è stato coinvolto? Ecco. Se lo faceste, sono certo che non vi scandalizzereste per lo sgombero avvenuto ieri.
- Non ho approfondito bene le ragioni dietro al provvedimento del Tribunale dei Minorenni che ha tolto i tre figli alla Famiglia nel Bosco. Però, dopo il diniego al rientro a casa, mi aspetto che almeno permettano al padre di passare il Natale con loro.
- Alla conferenza stampa di Putin hanno partecipato, con le loro domande, milioni di russi. Il Cremlino le ha selezionate e sottoposte. Risultato: gli hanno chiesto se è innamorato e lo Zar ha risposto “sì”. Che cucciolo.
- Altra domanda stupenda: ma lei, signor Putin, a volte gira in incognito per Mosca a raccogliere informazioni? Risposta: sì, a volte.
- Avrei cancellato il podcast su Mara Cagol, fondatrice delle Brigate Rosse, commissionato dalla Rai? In linea di principio, no. Però vorrei ascoltare il testo.
- Perché va bene la storia, ma se i miei soldi del Canone devono finire a elogiare una terrorista rossa, beh… anche no, grazie.
- Dubito infatti che, se domani presentassi un podcast su Mambro e Fioravanti con un taglio innocentista sulla Strage di Bologna, a Viale
Mazzini sarebbero contenti di pubblicarmelo.- Comunque, solo per dirvi che Trump ha messo i dazi ormai da qualche mese eppure il mondo è ancora in piedi.