Achille Bonito Oliva: «Tre saggi per garantire l’integrità delle opere»

Professor Bonito Oliva, cosa ne pensa dell’idea di «affittare» dei siti archeologici?
«Non sono contrario, ma a condizione che vengano tutelate le opere d’arte»
Lei ha un’idea da proporre?
«Costituirei una commissione di esperti per valutare di volta in volta la fattibilità delle possibili manifestazioni»
Insomma, l’ultima parola dovrebbero averla sempre i soliti «tromboni»?
«No, nessun “trombone”. Penso piuttosto a tre saggi (un archeologo, un architetto e uno storico dell’arte), insomma una struttura agile e funzionale».
Lei, anche in questo settore ha fatti scuola. Penso, ad esempio, alle sue mostre di opere contemporanee nelle celle della Certosa di Padula.
«È vero, amo queste forme di cortocircuito storico-artistico. Unire con intelligenza l’antico e il moderno può offrire grandi suggestioni».
Ma il discorso cambia se in ballo c’è l’organizzazione di eventi che coinvolgono potenzialmente un grande pubblico.
«I tre saggi a cui mi riferivo prima dovrebbero intervenire proprio in questo campo.

Ogni sito artistico, storico o archeologico dovrebbe entrare a far parte di una mappa specifica a cui attenersi in base alla tipologia di evento spettacolare che si intende organizzare».
Per evitare insomma che qualcuno pensi di portare Vasco Rossi in concerto tra le colonne del tempio di Metaponto.
«È esattamente così».

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