LondraLe strategie, ma anche i rapporti con la Libia e con Gazprom, senza dimenticare la politica dei dividendi e i progetti nel settore gasdotti. È stato uno Scaroni a tutto campo quello che ieri ha presentato il piano industriale al 2012. Innanzi tutto i rapporti con Mosca: con Gazprom ci sono due accordi che riguardano importanti giacimenti in Russia in cui Eni ha una partecipazione significativa.
Gazprom ha unopzione di acquisto che scade in aprile: fino a questo momento, ha detto lad Eni, il gruppo russo ha sempre detto che intende esercitarla, se però decidesse di rinunciare lo scenario cambierebbe profondamente perché Eni acquisirebbe di colpo una produzione di 200mila barili al giorno con 1,2 miliardi di barili di riserve. «Di fatto diventerebbe unaltra azienda», ha commentato Scaroni. Lipotesi è stata avanzata perché il crollo del petrolio potrebbe avere messo in difficoltà il gruppo moscovita che potrebbe quindi rinunciare allacquisto per evitare un esborso importante. A parte Gazprom, Scaroni ha detto che la politica di acquisizioni seguirà la linea di prudenza adottata finora, e in ogni caso «nessuna acquisizione verrà fatta fino a quando non ci sarà il chiarimento con Gazprom a fine aprile». Laltro fronte internazionale è quello libico: qui i temi sono due. Innanzi tutto quello della tassa che è seguita allaccordo tra il governo italiano e quello di Tripoli, che finirà per pesare esclusivamente sul gruppo italiano. Scaroni è stato piuttosto prudente, anche se ha detto che «naturalmente le tasse non ci piacciono, non ci aspettiamo però che questa decisione abbia un impatto importante sui nostri risultati. In ogni caso faremo ricorso se riscontreremo delle irregolarità». Quanto ai rapporti con la Libia come azionista, Scaroni ha rilevato che tra i suoi compiti non cè quello di «occuparmi di chi sono i miei azionisti», stando il rispetto delle norme sullazionariato e gli accordi tra i due governi.
Al momento Tripoli non ha superato il 2% del capitale e se dovesse arrivare a una quota che desse la possibilità di chiedere un consigliere di amministrazione, sarà necessario valutare che la nomina non sia in conflitto di interessi, anche perché il governo libico «non è un azionista qualsiasi. Siamo però ben lontani da uno scenario simile», ha sottolineato Scaroni.
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