Erika Falone
Okkupano contro i ricchi - dicono - per dare ai poveri. Sono gli attivisti di «Action», l'Agenzia Comunitaria per i Diritti. La tecnica è piuttosto semplice: si impossessano di un edificio, pubblico o privato che sia, per poi ridistribuirlo a quelle che definiscono le «nuove categorie del disagio abitativo». Famiglie in difficoltà, immigrati, anche giovani coppie e studenti.
Action nasce a Roma nel 2001, all'interno di un centro sociale di Cinecittà - quartiere romano rosso per tradizione - per poi diventare, dopo i fatti del G8 genovese, un vero gruppo d'azione. Riappropriarsi di spazi non utilizzati è il credo del movimento che si sviluppa concretamente nelle azioni di Action. Occupando, tanto per non sbagliare. All'«invasione» segue lo «smistamento» degli spazi conquistati tra tutte quelle categorie ritenute da Action bisognose d'aiuto immediato. Nelle quali, guarda un po', finiscono anche gli studenti, e giovani coppie che, ancora, non hanno una casa.
Niente di meglio allora che radunare il gruppo e stanziarsi in edifici, magari privati, ma in stato di abbandono. O quasi. Ma fa lo stesso, l'importate è occupare. A giugno, dodici esponenti del movimento romano sono stati accusati di associazione a delinquere finalizzata al compimento di delitti contro il patrimonio per alcune occupazioni di immobili sfitti di proprietà pubblica e privata. La loro burocrazia funziona evidentemente molto meglio di quella dei municipi romani se nell'ottobre 2003 il comune capitolino, dopo aver tolto la delega al Bilancio partecipativo al consigliere Nunzio D'Erme, aveva deciso di affidarla proprio ad Action. Il fenomeno si sta espandendo a macchia d'olio in tutta Italia. Milano, Firenze, Venezia hanno i loro bravi gruppi di Action. Da tempo lorganizzazione è sbarcata anche a Genova, dove gode dell'appoggio dei centri sociali - quelli già okkupati -, e dove promette diverse iniziative. Il sistema - rosso - conta, stando alle loro stime, 100mila appartamenti sfitti a fronte di più di 3mila sfratti esecutivi ogni anno. Lo scopo dell'«Agenzia dei diritti» - si parla ovviamente solo di quelli dell'occupante, non di quelli dell'occupato - mira alla creazione di una tipologia abitativa che si ponga tra l'edilizia residenziale pubblica e il libero mercato, e che sia caratterizzata dalla gestione pubblica dell'affitto privato.
Non ci sono mezzi termini: fino a che questo non avverrà, Action non potrà che realizzare da sola il suo scopo. Con la forza.
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