Addio a Cita, ha vissuto più di Tarzan

Addio a Cita, ha vissuto più di Tarzan

Tarzan ha perso la sua migliore amica. O, chissà, l’ha ritrovata in un mondo migliore.
Si è spento il 24 dicembre scorso, presso il Suncoast Primate Sanctuary di Palm Harlbor, lo scimpanzé Jiggs Juniour, interprete della leggendaria Cita, l’inseparabile scimmietta dell’uomo che sfrecciava nella giungla a bordo di filanti liane. Tarzan, appunto, per il suo pubblico eterno. Erano gli anni ’30: l’attore protagonista era Johnny Weissmuller, scultoreo campione olimpico che sarebbe passato alla storia per un urlo che neanche un gorilla purosangue, l’amore per la graziosa Jane, e infine (o soprattutto) questa scimmietta che fu una prerogativa del film: un personaggio che nelle avventure letterarie di Tarzan non era mai esistito.
Un esemplare straordinario, il mitico Jiggs Junior, non solo per la carriera sul grande schermo. La sua longevità - si è spento all’età di ottanta anni per una insufficienza renale, ma la media per uno scimpanzé non supera i quaranta - è un record assoluto. Ma anche la sua personalità viene raccontata come quella di un animale speciale. Una scimmietta socievole e curiosa, o perlomeno, con una eterna voglia di far sorridere. «Chissà che non fosse una reminiscenza di quando divertiva la gente, interpretando la buffa spalla di Tarzan» ha commentato Debbie Cobb, la direttrice del parco in cui Jiggs ha vissuto e si è spento.
Le piaceva dipingere coi polpastrelli delle dita, e seguire le partire di calcio; non si faceva mancare neppure la musica, e aveva una spiccata preferenza per i brani religiosi. Ma se nutriva antipatia epidermica per qualcuno, non esitava a lanciargli addosso il primo oggetto che aveva nei paraggi. Una star dal carattere solare, ma che dell’attore popolare aveva, evidentemente, anche i vezzi più viscerali.
In molti si erano spacciati per lui, in particolare una sosia californiana che veniva chiamata proprio così, «Cheetah», e della quale si raccontava che fosse stata lei a rimbalzare tra le braccia di Weissmuller: un impostore, una bufala smascherata da una ricerca biografica nel giro di poco tempo.
La vera Cita, il vero Jigg Junior, era lì, in Florida: a lottare stoicamente contro il tempo mentre il resto del mondo evolveva, gli interpreti (quelli umani) del film ci lasciavano, e i remake e le parodie internazionali rinverdivano la sua icona.
Quasi contemporaneo alla serie di romanzi, nati dalla penna di Edgar Rice Burroughs, il successo del film culminò nel 1934, e sancì per la scimmietta una popolarità pari a quella di Rin Tin Tin, Rex, la soffice Lassie, e il celebre pappagallo Fred della serie americana «Baretta», altro campione di longevità deceduto a settant’ anni. Meno fortunato, e soprattutto meno avvezzo alle telecamere di tutti questi fratelli animali era stato il delfino Flipper della prima serie televisiva degli anni '60: si chiamava Cathy, era una femmina selvatica e sovrana del mare aperto, così intollerante alla cattività della vasca, così noncurante della celebrità, da lasciarsi morire sua sponte.
Cita però aveva qualcosa di speciale e ci lascia nel segno del sorriso. Appena nel 2006, la stampa aveva riportato sotto i riflettori la vera vita di Jiggs Junior, che compiva settantaquattro anni e si aggiudicava il Guinness mondiale tra gli scimpanzé per la sua veneranda età: esuberante come sempre, ma malato di diabete e quindi intento a gustare una torta rigorosamente senza zucchero.
E nel suo genere, in fondo, non ha mai avuto rivali, tanto da ispirare persino una caricatura tutta italiana.

Sì perché, alla domanda della celebre Mariangela Fantozzi (alias Plinio Fernando): «Papà chi era Cita?», la risposta di Paolo Villaggio era stata lapidaria e indimenticabile: «Beh, Cita Hayworth, una bellissima attrice americana. Ma io ti assicuro che tu sei più bella di lei. Forse».

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