Annalisa Andreo
Se fino a ora nellimmaginario collettivo i prototipi degli sportivi da palestra erano luomo macho fissato con tricipiti e addominali e la donna sempre in forma, tutti e due «specchio-dipendenti» per osservare ogni minimo calo o miglioramento di forma, maniaci di diete e integratori, ebbene: sappiate che i tempi sono cambiati. Più attenti al benessere psichico che fisico, tecnologici e informatizzati, tendenti al buon umore e alla ricerca costante di un break dallo stress quotidiano: è questa infatti la fotografia del nuovo popolo romano del fitness, scattata da una ricerca promossa da Virgin Active in collaborazione con MensHealth su cinquantamila soci membri del club Virgin.
Dal focus romano dellindagine esce il ritratto delle palestre principalmente come centri che servono a mantenere o migliorare lo stato fisico e luoghi per staccare la spina e liberarsi della tensione quotidiana. Non solo: le ricerche dimostrano che non di solo corpo vive il palestrato, che tra un esercizio e laltro approfitta delle pause (e non solo) per intrattenere relazioni varie. Come dimostra il sondaggio, infatti, delle due ore che in media un italiano passa presso un centro fitness, solo il 60 per cento è dedicato allallenamento vero e proprio mentre il restante è riservato alle «nuove conoscenze».
Diego Abatantuono e Valentino Rossi sono i personaggi con cui gli uomini si identificano alla richiesta di scegliere un modello di personalità. Simpatia e capacità di essere vincenti le caratteristiche quindi delluomo di successo. Le donne aspirano invece a identificarsi con un carattere allegro e mediterraneo. Il campione femminile sceglie dunque Michelle Hunziker e Barbara DUrso.
Tra i passatempi preferiti dei fitness-addicted, un film al cinema o un paio di cuffie alle orecchie con la propria musica preferita o un concerto. E a sorpresa, a sfatare il mito del tutto muscoli e niente cervello, il sondaggio mostra che il 25 per cento dei «palestrati» nel tempo libero ama leggere un buon libro. E i romani, sopratutto, superano la media nazionale di circa dieci punti.
Per quanto rigurda le abitudini alimentari, Roma si distingue per una buona percentuale di sportivi che non segue rigidi programmi calorici. Ammessi quindi la pasta al forno della nonna e il polpettone di mamma, limportante è non eccedere. Al massimo il giorno dopo si corre ai ripari con uninsallata sale (non troppo) e limone e un caffè senza zucchero.
Il campione risulta inoltre molto allavangurdia dal punto di vista tecnologico.
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