Addio a Messina Patron della Flou, inventò i «Saloni»

A Mosca come a New York o a Milano. Parlava dei suoi soci-amici di FederlegnoArredo, di politica, della sua produzione di vini, di tutto. Contagiosi il suo entusiasmo, la sua generosità, la sua passione. Ma parlava assai poco di quel marchio che lo aveva reso famoso in tutto il mondo: Flou. Rosario Messina, «Saro» per gli amici, non è più. Un malore se l’è portato via all’improvviso mentre tornava a casa da una delle tante riunioni in vista dei Saloni di Milano, il suo fiore all’occhiello. Aveva 68 anni. Ha dedicato la sua vita alla famiglia, al lavoro, al made-in-Italy, all’internazionalizzazione delle imprese, alla lotta alla contraffazione, alla formazione. Con esperienza, autorevolezza e lungimiranza. Lascia la moglie Cettina, i figli Cristiana, Massimiliano e Manuela, impegnati nell’azienda, e i nipotini. E un vuoto fra tutti coloro che lo hanno conosciuto, stimato e apprezzato.
Siciliano di origine, primogenito di 5 figli, nella sua terra è stato prima alla Rinascente poi alla Zanussi come direttore commerciale. Arrivato in Brianza proprio negli anni in cui il design andava imponendosi nel mondo, nel 1978 fondò a Meda la Flou, oggi leader nella produzione di letti, o meglio nella «cultura del dormire», come amava definire la propria azienda. Nel suo sobrio studio privato una bacheca ricca di riconoscimenti: il premio «Industriale dell’anno», il titolo di Grande Ufficiale della Repubblica, il premio «Made in Italy Awards», la medaglia d’oro al merito industriale e molti altri. E la nomina, nel 2009, a Cavaliere del Lavoro da parte del presidente Napolitano. Appassionato di politica, elencava spesso quelle due o tre cose da fare per uscire dalla crisi.

Come una sera in un ristorante di Mosca: «Sì, due o tre cose...ma al Cavaliere non gliele lasciano fare...», disse allargando le braccia. E aggiunse: «Eppure è l’unico che potrebbe farle, perché è l’unico italiano che non ha bisogno di fare affari con la politica…».

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