da Roma
La cancellazione dello scalone comporterà centomila pensioni di anzianità in più in cinque anni (2008-2012). Circa ventimila nel 2008, a fronte dei 41mila che con lo scalone avrebbero dovuto rimanere al lavoro. È il risultato di un calcolo effettuato dal Sole 24 Ore utilizzando il modello previsionale dellInps, e le tabelle presentate dal governo Berlusconi al Fondo monetario internazionale che illustravano i vantaggi della riforma Maroni. Calcolo, precisa il Sole, che ipotizza una propensione al pensionamento del 70%. In teoria, coloro che andranno in pensione prima grazie alla riforma Damiano potrebbero quindi essere più di 140mila, ma non è possibile sapere con certezza quanti sfrutteranno questa possibilità e quanti invece continueranno a lavorare pur avendo maturato i requisiti. Il numero dei trattamenti pensionistici in più, però, sarebbe stato certamente superiore se non fossero state previste le quote, cui non a caso si è opposta fino allultimo la sinistra radicale, che stabiliscono il vincolo del requisito delletà minima. Grazie alle quote, infatti, la differenza tra la riforma Maroni e la controriforma Damiano è attenuata, in certi casi annullata. Anzi, dal primo gennaio 2013 la legge del governo Prodi è persino più restrittiva.
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