Addio spiaggia d’élite: il Lido sarà aperto a tutti

Un’ordinanza del sindaco di Venezia permetterà a chiunque di accedere al mare. Senza dover pagare l’ambito «capanno» da 13.500 euro. E' uno deiluoghi più esclusivi al mondo, amato da Hemingway, Mann e D'Annunzio

Addio spiaggia d’élite: 
 il Lido sarà aperto a tutti

Il Grande Stile si poteva ancora incontrare al Lido di Venezia. Una splendida spiaggia di sabbia finissima che si distende a perdita d’occhio sull’Adriatico. Certo, quel Grande Stile del litorale veneziano che aveva ispirato Thomas Mann, che aveva incantato Picasso e Hemingway, D’Annunzio e Stravinskij oggi è un po’ acciaccato dall’epoca del consumismo e della volgarità globalizzata. Tuttavia la spiaggia, di fronte ai mitici hotel Des Bains e Excelsior mantiene un’allure che ci invidia il mondo ancora in grado di distinguere le cose belle da quelle brutte. La bellezza, quella che veramente è tale, costa. Sul Lido di Venezia non ci sono ombrelloni ma capanne che prevedono sedie a sdraio, lettini, un tavolino, poltroncine, un armadio per deporre ordinatamente i vestiti. Un lusso sul quale si era adagiato lo scorrere del tempo.

Se non fosse stato per la disastrosa alluvione del 1966 che ha sommerso Venezia e ha devastato il Lido, ci sarebbero state le stesse capanne sulla riva del mare che abitarono D’Annunzio, Thomas Mann, Stravinskij. Alcune furono salvate dalle violente mareggiate, le altre, quelle distrutte, furono sostituite con una concessione modernista al kitsch: capanne a imitazione dei tucul africani o delle bianche tende arabe.

Il lusso è però rimasto quello di un tempo, tanto è vero che queste capanne possono arrivare a costare (a seconda della posizione rispetto al mare) 13.500 euro a stagione. E comunque la buona borghesia veneziana non rinuncia alla sua capanna al Lido, praticamente introvabile libera da affittare, perché viene tramandata di padre in figlio come un palco al teatro La Fenice.
Ma ecco che su questa dolce serenità si abbatte una sciagura: la delibera del sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. Cosa ha deciso il sindaco? Spiaggia libera per tutti. Chiunque potrà poggiare il suo sedere sulla sabbia più esclusiva del mondo: dovrà starsene un po’ a distanza dalle costosissime capanne, ma potrà anche lui dire di aver preso il sole e fatto il bagno davanti all’hotel Des Bains e all’Excelsior.

Albergatori e gestori della spiaggia sono in agitazione: già il turismo di Venezia è senza qualità e ha ridotto la città a un malinconico mercato di orribili mascherine di carnevale e di paccottiglie di vetro che imitano il grande artigianato di Murano, adesso anche il Lido diventerà una spiaggia popolare come quella della vicina Jesolo.
Perché questa decisione di declassamento del Lido di Venezia da Grande Stile elitario a Grande Ammucchiata popolare? Il sindaco, che governa con una giunta di sinistra molto aggressiva, pur essendo lui un raffinato moderato, è in grave difficoltà di fronte ai suoi concittadini. In queste ore il consiglio comunale sta approvando un bilancio che prevede un aumento delle tasse ovunque e dappertutto, da quelle sulla spazzatura a quelle sullo spazio d’acqua dove si può ormeggiare una barchetta, dalla sepoltura dei defunti al biglietto del vaporetto, ci sarà l’introduzione dell’Irpef e della tassa di soggiorno. I residenti veneziani, una specie in rapida via di estinzione ma non protetta, sono infuriati, si sentono traditi da coloro che hanno votato con tanto entusiasmo, confidando che Orsoni e la sua sinistra radicale, amica a parole della gente e dei suoi problemi, avrebbero agevolato le loro esistenze in una città in preda al turismo di massa.

State calmi, dice il sindaco ai

veneziani taglieggiati dagli aumenti tariffari, abbiamo la soluzione ai vostri problemi. Nonostante vi stiamo succhiando il sangue, la vostra estate è garantita: ci sono tasse per tutti? Sì, ma anche spiaggia per tutti.

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