Adel Smith: «Mi dispiace che sia morta prima di redimersi»

«Era una persona che mentiva, incitava all’odio consapevolmente». Così Adel Smith, presidente dell’Unione dei musulmani d’Italia, commenta la scomparsa di Oriana Fallaci con la quale aveva ingaggiato dure battaglie, anche giudiziarie. Smith è dispiaciuto che la scrittrice «sia morta prima di redimersi». Denunciata da Smith per vilipendio alla religione musulmana e diffamazione, Oriana Fallaci sarebbe stata processata a Bergamo il 18 dicembre prossimo, con l’accusa di vilipendio della religione islamica per 18 frasi contenute nel suo libro La forza della ragione.
«Dio l’accolga in pace». Queste le parole del consigliere della Lega musulmana mondiale e consigliere di amministrazione del Centro islamico culturale italiano Mario Scialoja, che ha definito la Fallaci «una grande scrittrice e una grande giornalista» sostenendo però che «negli ultimi anni ha avuto una vena critica eccessiva nei confronti dell’Islam».
«Nella seconda Fallaci non riconoscevamo la prima, che stimavamo molto, ma in questo momento c’è solo il dolore per la perdita di una persona», è stata la dichiarazione di Abdel Hamid Shaari, direttore dell’Istituto islamico di Viale Jenner a Milano, di cui diversi frequentatori sono stati al centro di inchieste sul terrorismo internazionale.

«Dobbiamo vivere in pace» sono le parole di Aly Sharif, ex direttore della scuola islamica di via Quaranta chiusa dal Comune di Milano, «anche se lei non diceva parole di pace. Lei non ha attaccato noi, ma il nostro Dio. E non ha sbagliato una volta, ma di continuo: era una linea precisa».

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