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«Adesso diamoci tutti una bella calmata e decidiamo il futuro»

da Torino

Marco Tardelli, cosa si può dire in una giornata come questa?
«Si fanno i complimenti alla squadra e a chi ha lavorato per centrare l'obiettivo della A. Lo hanno raggiunto loro e lo abbiamo raggiunto anche noi del Consiglio di amministrazione. Il resto finisce dritto in soffitta: non vedevamo l'ora».
Resta però un clima particolare intorno alla Juve: c'è chi non vede l'ora che Deschamps si faccia da parte e non perde occasione per fomentare polemiche.
«Non ne capisco il motivo. Intorno alla Juve non si è mai respirata quest'aria. Credo che tutto possa andare a posto in pochi giorni. La priorità era la promozione: raggiunta quella, ci si potrà calmare tutti quanti e sedersi intorno a un tavolo per decidere il da farsi».
Paradossale che sia discusso l’allenatore che ha guidato una squadra che fa il record di punti in B?
«Tutto il mondo del calcio vive in un paradosso continuo: il clima intorno a Deschamps rientra in questo scenario. Lui ha fatto il suo dovere guidando la squadra alla promozione, ma va detto che la A era scontata per una società come la Juventus».
Non vale la pena festeggiare, allora?
«È giusto farlo perché gli obiettivi si raggiungono sempre con fatica e abnegazione, nessuno ti regala mai nulla soprattutto in Italia. La Juve però non può fermarsi qui: è già ripartita, ma deve avere nella testa la voglia di osare e di tornare dov'era prima. D'ora in poi potremo guardare in faccia tutti i nostri avversari di nuovo da pari a pari».
I dubbi di Deschamps sono sintomatici di una situazione societaria poco chiara: non era davvero possibile evitare che il tutto venisse a galla così chiaramente?
«Fosse per me, certe cose non uscirebbero mai dalle stanze societarie. E avrei preferito che eventuali contrasti fossero già stato risolti: per questo dico che serve fare chiarezza in fretta, non si possono far passare altri giorni ora che la serie A è raggiunta».
Si aspetta di avere un ruolo più operativo in società di qui a breve?
«Quello che succederà lo so solo io. Mi sento un po' come Buffon: solo che lui fa notizia, io meno.

Aspettiamo e vediamo».

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