S olo piccoli dettagli hanno tenuto il binomio Ferrari-Bridgestone lontano - di appena 1"246 - da quella vendetta tecnica preannunciata. E, in ogni caso, se pensiamo alla passata stagione, si tratta di una grande conquista. Gli obiettivi restano puntati sull'inizio di questo Gp del Bahrain, in cui Schumacher è stato ben protetto da Massa soltanto alla partenza, ma non dopo la seconda curva, per inesperienza del giovane brasiliano, e dove il tedesco ha inflitto 6"2 ad Alonso in 14 giri.
Ecco, allora, il primo dettaglio tecnico, relativo alle gomme, che hanno finalmente sancito la parità tra Bridgestone e Michelin. Esiste sempre una lieve superiorità di resa a battistrada nuovi; e quando si son viste, al primo «pit stop», le coperture lucenti per Alonso, contro quelle usate per Schumacher, si è capito che un piccolo squilibrio stava affiorando. Certo, con sette treni per concorrente, non è facile conservarne almeno due per la gara. Specie per una Ferrari che ha dovuto forzare al massimo nelle prove, per garantirsi la «pole». Così, al primo rifornimento concluso, il rapporto Schumacher-Alonso (perdita secca di 7"2 e distacco fra 0,7" e 1"2) non è stato più lo stesso. Come secondo dettaglio tecnico, si può valutare il fattore peso, conseguente alla lunghezza di ogni «stint», a pari strategia. Ma qui si va verso sfumature, evitabili con quell'assurda prova-benzina mattutina: 26% della percorrenza iniziale, contro 33%, e una dozzina di chili di differenza. Analogo il divario per la seconda fermata, sempre con il vantaggio di Alonso. Il fatto determinante è stato che Schumi non ha potuto essere Schumi, cioè il grande martellatore, quando è lui a rimanere qualche giro di più in pista, mentre l'avversario si ferma.
Perciò, la conclusione è che sicuramente il progresso della Bridgestone è stato ingente.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.