È iniziata nel peggiore dei modi la settimana che porterà al cruciale vertice del G20, in programma a Cannes giovedì e venerdì prossimi. Proprio lo scetticismo montante sulle capacità dei leader mondiali di trovare convergenza su una ricetta globale anti-crisi e sui poteri di convincimento dell’eurozona circa la validità dell’accordo sul rafforzamento del fondo salva-Stati, ha finito ieri per mettere in ginocchio i mercati.
A rassicurare gli investitori non è bastata neppure l’intenzione espressa dal Fondo monetario internazionale di potenziare le misure contro il contagio. Tutte le Borse sono cadute rovinosamente, con ribassi anche superiori al 3% in Europa e del 2% a New York, dove il Dow Jones è sceso sotto quota 12mila. Ancora una volta, Piazza Affari ha indossato la maglia nera (-3,82%). La causa è la solita: i crolli dei bancari, che continuano a soffrire in parte degli obblighi diricapitalizzazione cui dovranno sottostare per rispettare i ratios patrimoniali imposti dall’Eba (l’authority del credito a livello europeo); e in parte delle rinnovate tensioni sui nostri titoli di Stato. Il picco di 410 punti toccato ieri dallo spread Btpbund e i rendimenti del decennale italiano saliti al 6,181% mostrano che la febbre resta alta, nonostante nuovi interventi della Bce.
Difficile peraltro arginare la sfiducia. I mercati continuano a nutrire dubbi sulla capacita dell’Italia di far fronte agli impegni presi con l’Europa. Provvedimenti, quelli delgoverno,chesono«chiaramente positivi »e vanno«nella giusta direzione », ha sottolineato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria. Ma,al tempo stesso,il capo economista dell’Ocse Pier Carlo Padoan invita a «non scherzare col fuoco. Non è vero che l’Italia è troppo grande per fallire: è un gioco troppo pericoloso e non vero». In questo momento, i titoli del made in Italy scontano comunque anche le difficoltà che sta incontrando il numero uno dell’Efsf, Klaus Regling, a convincere cinesi e giapponesi a comprare i bond del fondo salva-Stati. Non essendo ancora ben delineati i meccanismi per alzare a 1.000 miliardi di euro la potenza di fuoco del firewall , la prudenza di Cina e Giappone non è censurabile. Pechino ha comunque assicurato ieri sera di voler offrire un «sostegno attivo »all’Europa.Resta da vedere come si concretizzerà l’appoggio del Dragone che dispone di 3 .200 miliardi di dollari di riserve valutarie, di cui il 20% è già investito in euro, e che potrebbe investire tra i 50 e i 100 miliardi.
Nell’ultimo Outlook,l’Ocse parla di incertezze «cresciute drammaticamente negli ultimi mesi» e prevede una crescita inferiore al 4% sia quest’anno (3,9%), sia il prossimo (3,8%). L’organizzazione parigina considera «essenziale » che il G20 vari le «riforme strutturali per aumentare la crescita potenziale »e invita l’eurozona a«implementare pienamente e con decisione le misure annunciate lo scorso 26 ottobre».
Le premesse per esaudire i desiderata Ocse non sembrano però esserci.
Prima del summit di Cannes, Barack Obama incontrerà Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, per una trilaterale che potrebbe anche irritare i vertici della Commissione Ue, “bypassati“dall’iniziativa Usa.
Molte le incognite dunque che restano sul tavolo: oltre alla crisi del debito europea, nel conto va messa la politica fiscale Usa, la flessibilità dello yuan e la rinnovata richiesta che Berlino farà sull’introduzione della Tobin tax malgrado le recenti bocciature che la Merkel ha dovuto incassare sulla proposta di tassare le transazioni finanziarie da parte di Usa e Gran Bretagna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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