Adesso l’Atac si autopromuove con gli studi fatti in casa

Ma l’analisi si dimentica delle carenze del servizio

Ogni romano risparmierebbe in media duemila euro rinunciando a utilizzare la seconda auto di famiglia e passando al trasporto pubblico. Lo sostiene un’analisi dei costi condotta dall’ufficio studi dell’Atac e presentata ieri nella sede dell’azienda. Insomma tutto in famiglia. Lo studio ha valutato i costi percepiti connessi all’impiego della vettura privata, come carburanti, assicurazione e bollo e quelli imprevisti come la manutenzione. Il tutto per persuadere i cittadini a mutare le loro abitudini e promettendo in cambio una cifra interessante di denaro in più a fine mese. Questo ideale circolo virtuoso, però, si è dimenticato di includere altre variabili «immateriali» non meno importanti come il tempo di percorrenza di ogni tragitto e l’efficienza complessiva del trasporto pubblico. Cioè il tempo ulteriore che si impiega per giungere a destinazione e una buona dose di stress.
A margine della conferenza stampa il presidente Fulvio Vento ha però rilasciato questa dichiarazione solenne: «Grazie ai prossimi investimenti Roma sarà la capitale del trasporto pubblico locale europeo». Il momento per osare tanto non poteva essere meno opportuno: oltre all’evidenza dei disagi quotidiani, con le metro che si fermano, i tram che non funzionano, le ferrovie concesse prive di personale per coprire tutti i turni e gli autobus che non passano mai, è arrivato anche il sigillo istituzionale di questo stato di crisi perenne. La conferma viene dalla speciale classifica del primo rapporto Aci-Eurispes sulla qualità della mobilità, rapporto che ha bocciato in pieno Roma, relegandola in trentatreesima posizione. E la causa è l’uso indiscriminato dell’auto, che più della metà dei cittadini giustifica con la carenza cronica dei mezzi pubblici. Nonostante ciò, però, Fulvio Vento non ha dubbi che sia possibile non soltanto scalare la classifica italiana, ma addirittura primeggiare in quella europea. Peccato che i livelli di eccellenza di cui parla, al momento non sono concepibili. A nulla giovano ricerche ad hoc che dimostrano tutto il contrario. «Siamo al ridicolo - ha affermato Fabio Desideri, capogruppo della Dc alla Regione -. Basta con gli studi fatti in casa: i romani che subiscono quotidianamente i disagi di un sistema dei trasporti inefficiente ora devono sorbirsi i consigli interessati dell’azienda che gestisce detto sistema».

E tutto ciò mentre vengono ridotti le corse e gli orari di esercizio della maggior parte delle linee periferiche, si penalizza il servizio festivo e la metro A continua a chiudere alle 21 lasciando spaesati ogni sera migliaia di turisti. «Non si capisce quindi - ha proseguito Desideri - perché le famiglie romane dovrebbero spostarsi con l’autobus fidandosi dei consigli di chi il bus non riesce a farlo passare in tempo alle fermate».

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