Adesso Prodi fa infuriare anche Ségolène

La Royal sempre più giù nei sondaggi e «gauche» mai così in basso negli ultimi 40 anni: 6 francesi su 10 stanno con Sarko

da Parigi

C’è irritazione tra i socialisti francesi, che hanno scelto Ségolène Royal quale loro candidata ufficiale all’Eliseo, per l’intervista al presidente del Consiglio Romano Prodi, pubblicata ieri dal quotidiano Le Parisien, riportata all’interno di un ampio reportage dai toni assai favorevoli al centrista François Bayrou, che partecipa anche lui alla competizione per la presidenza. Viene così a galla una vecchia contraddizione: Oltralpe l'Union pour la Démocratie française (Udf, il partito fondato nel 1978 da Valéry Giscard d’Estaing e oggi guidato appunto da François Bayrou) è concepito come una formazione politica di centrodestra, mentre in Italia molti lo considerano come parte integrante del centrosinistra europeo, visto tra l’altro che al Parlamento comunitario i suoi deputati appartengono allo stesso gruppo di quelli della Margherita. Finora la questione poteva sembrare di lana caprina. Adesso, però, c’è la campagna elettorale per l’Eliseo e il riposizionamento di Bayrou - che si è spostato al centro, criticando aspramente sia Ségolène Royal sia il candidato di destra Nicolas Sarkozy - rischia di danneggiare soprattutto la candidata socialista.
La Royal naviga in cattive acque e teme che al primo turno delle presidenziali, in calendario per il 22 aprile, una parte degli elettori della sinistra moderata si esprima per Bayrou piuttosto che per lei. C’è persino chi non esclude l’ipotesi - per la verità estremamente improbabile - di un ballottaggio finale tra Sarkozy e Bayrou, circostanza che verrebbe vissuta dai socialisti come un’autentica catastrofe (dopo che già nel 2002 il loro portabandiera Lionel Jospin non riuscì a qualificarsi per il ballottaggio finale). Di qui l’ipersensibilità dei socialisti transalpini nei confronti delle ricorrenti campagne di stampa in favore del leader dell’Udf, presentato sempre più spesso come il «terzo incomodo» della grande partita in vista della successione a Jacques Chirac. Dal canto suo, Bayrou è molto abile nello smarcarsi da Sarkozy da un lato e nell’incalzare dall’altro la Royal, da lui accusata di sottovalutare la sinistra moderata e di avere un programma degno della vecchia sinistra radicale.
Interrogato sulle qualità di Bayrou, il premier italiano dice di ammirare soprattutto «il coraggio con cui conduce le sue battaglie politiche, è testardo come me». Poi aggiunge che Bayrou «ha un’idea molto positiva dell’Europa: un’Europa dei cittadini e non tecnocratica». Prodi aggiunge di non voler «entrare nel dibattito presidenziale francese». Ma in pratica lo ha fatto proprio con quell’intervista e con i suoi complimenti a uno dei rivali più insidiosi della principale candidata della sinistra transalpina.
Una sinistra che ha vinto le elezioni regionali del marzo 2004 (i socialisti governano venti regioni su 22), ma che poi è stata presa in un vortice di risse interne e che proprio in questo momento è - secondo i sondaggi - al suo livello più basso dell’ultima quarantina d’anni. Gli stessi sondaggi che in vista del primo turno delle presidenziali danno l’insieme della sinistra al massimo al 40 per cento, il che significa che, dal 1969 a oggi, la gauche non è mai stata tanto debole nella corsa all’Eliseo, considerando il fatto non certo piacevole per Ségolène Royal che nel 1969 nessun candidato di sinistra riuscì a qualificarsi per il ballottaggio. Un altro sondaggio poi, reso noto ieri, dice che il 64 per cento dei francesi è convinto che Nicolas Sarkozy sarà il prossimo presidente della Repubblica.

Solo il 29 per cento prevede la vittoria di Ségolène Royal. In queste condizioni l’idea che il leader di un governo europeo di centrosinistra come Prodi dia la propria benedizione a Bayrou non può che preoccupare i sostenitori della candidata socialista.

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