Rugantino e Rosetta, stelle friccicarelle della commedia musicale italiana, si giurano amore eterno a tempo di jazz e rinnovano i loro batticuori - insieme con le stoccate verbali dalla loggia al selciato - fino in proscenio. Succederà questa sera (ore 21.15) con replica domani sotto i pini di Villa Pamphilj dove, con lesclusiva messa in scena del musical diretto da Gino Landi su partitura del maestro Armando Trovajoli, debutta Rugantino Dance Opera. Movimenti coreografici forgiati sui muscoli di 26 ballerini, pentagramma immortale e languide arie interpretate da 4 cantanti per raccontare - nel rispetto di una commedia che è pietra miliare del nostro musical - un pezzo di Roma sparita: città eterna pettinata dal ponentino, vestita di sampietrini e ridondante di fontane e campane. Quella città da cartolina oggi non cè più, ma lo spirito dei tempi scanditi dalle bevute e dalle mangiate delle maschere popolari tenere e beffarde rivive in proscenio. Con qualche inevitabile taglio al cast e unattenzione più focalizzata allestetica del movimento. Elementi centrali della narrazione rimangono Rugantino e Rosetta, e la storia parte durante un carnevale romano. Il balletto, creato da Renato Greco e Maria Teresa Dal Medico rende omaggio alla fortunata commedia musicale di Garinei e Giovannini che debuttò il 15 dicembre del 62 al Sistina, e chiude la rassegna internazionale di balletto «Invito alla danza». «Rugantino è un pezzetto della nostra vita e del nostro cuore» dice commossa la curatrice della rassegna, Marina Michetti, fiera di ospitare sulla scena di Villa Pamphilj un musical nato dalla costola di una commedia che da trentanni commuove il pubblico dogni età.
Senza troppi contraccolpi emotivi loperazione Rugantino Dance Opera dovrebbe soddisfare i palati dei fedelissimi del musical perché attraverso il linguaggio della danza gli autori hanno provato a rinverdire emozioni antiche, ma non sopite, con un fine nobile: esaudire uno degli ultimi desideri di Pietro Garinei.
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