Adinolfi contro Signorini "Quel fro...". Gay in rivolta

Le associazioni gay contro il blogger di area Pd Mario Adinolfi, che sulla sua pagina Facebook ha pubblicato frasi giudicate omofobe contro il direttore di Chi

Adinolfi contro Signorini 
"Quel fro...". Gay in rivolta

«Quel fro...». Un commento in romanesco, condito da una metafora sessuale, e riferito ad Alfonso Signorini: a scriverla, sulla sua pagina facebook, Mario Adinolfi, giornalista e blogger romano. Termini che non sono piaciuti alle associazioni omosessuali che, pur notando il contesto scherzoso all'interno del quale è comparsa, suggeriscono ad Adinolfi di scusarsi.

La frase viene scritta a corredo di un post sui saldi. Uno degli oltre cinquemila fan della pagina pubblica del giornalista lo avverte: «Stai attento che non ti becchi Signorini...». Adinolfi gli risponde, servendosi di una metafora sessuale: «Me fa 'na p... a due mani quel fro...». Di più, parlando dei commessi nel negozio aggiunge: «Ho anche dialogato amichevolmente con i servetti gay su maculati, leopardati e affini». Paolo Patanè, presidente di Arcigay, fa notare che si tratta di un contesto scherzoso: «Sono certo che non siamo di fronte ad una persona omofoba. Ma è anche vero che il suo comportamento dimostra che spesso gli atteggiamenti omofobi sono involontari. Per questo dobbiamo tutti riflettere, perché certe affermazioni possono ferire le persone. Il rispetto per i gay, così come per gli ebrei e le persone di colore, deve diventare automatico».

Più duro il commento di Aurelio Mancuso, presidente dell'associazione Equality Italia - rete per i diritti civili. «È insopportabile che personaggi pubblici si lascino andare a questo linguaggio da caserma. Adinolfi, che ben conosce il meccanismo della comunicazione, dovrebbe sapere che certe frasi sono pericolose». Aggiunge Mancuso che «così come lui è stato aggredito al grido di "brutto grassone", dovrebbe essere più cauto nel dileggiare i cosiddetti "frocetti". Per questo sarebbe il caso che si scusasse con i gay».

Imma Battaglia, presidente di Dìgayproject, fa notare che «bisogna sconfiggere un linguaggio che riprende gli stessi stereotipi contro i gay. Dobbiamo fare un salto culturale, e criticare le persone in quanto tali, e non sulla base del loro orientamento sessuale. L'omofobia, in questo Paese, non è stata ancora sconfitta».
A chi lo accusa, più o meno esplicitamente, di essere omofobo, Adinolfi replica così: «Sono battute che capita di fare su facebook. Ero particolarmente arrabbiato con Signorini, e avevo voglia di fare quell'invettiva.

In ogni caso, sono oltre ogni possibile sospetto di discriminazione, anche perché, ogni giorno, la subisco sulla mia pelle, in quanto persona obesa». Il giornalista osserva anche che, nel periodo delle primarie del Pd, quando sfidò Walter Veltroni, fu «l'unico a proporre un referendum sul matrimonio gay all'interno del Pd».

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