Adriana Asti, se è il destino a leggere dentro l’uomo

Di Adriana Asti conoscevamo da tempo l’insaziabile voracità nel collezionare primati con quell’aria svagata da monella che, non si sa come, mentre percorre un sentiero battuto da tempo (nel suo caso quello del palcoscenico) si mette in comunicazione con gli spiriti dei più illustri trapassati o con quelle creature abnormi che popolano i nostri sogni. Le è accaduto con Cesare Musatti, l’amico fraterno che dopo aver presenziato in veste di testimone alle sue nozze si ritrovò protagonista di Caro professore, delizioso scherzo surreale che Adriana definisce tout court «una commedia scritta in punta di forchetta».
Come a suo tempo le capitò con l’adorata Scintina, una barboncina dagli occhi di brace che, nei ritratti naif dipinti dalla sua padrona, vediamo ancor oggi ammiccare con una frangetta degna di Louise Brooks. Ma non avremmo mai supposto in lei quell’afflato esoterico che percorre da cima a fondo il suo primo romanzo La lettrice dei destini nascosti appena edito dalla Piemme (pagg. 118, euro 12) che ci mostra il suo ultimo alter ego. Ossia Augusta, una signora di età indefinibile guarda caso domiciliata a Parigi in rue Tournon. Ovvero nella casa in cui la Asti studia diligente copioni su copioni decidendo, ma solo all’ultimo istante, a quale storia dare la preferenza prima di viaggiare, con la nuova trama, in giro per il mondo.
Ma ci si sbaglierebbe di grosso nel definire la nuova fatica di Adriana una sorta di autobiografia. Non sia mai! Con un estro irriverente e malizioso da far invidia a Copi, la Asti elevata ad Augusta procede infatti fin dalle prime frasi a demolire con grazia ogni sospetto in questo senso. Se Adriana è un vulcano in continua eruzione, Augusta predilige infatti la stasi. Se non addirittura il silenzio, l’esilio dal mondo, il sonno al posto del risveglio, l’assenza dal regno delle chiacchiere inutili che si chiama salotto. Tanto che, quando infine si decide a uscire dalla sua tana per fare due passi al Jardin du Luxembourg, preferisce, piuttosto che comunicare con gli esseri umani, tessere la sua tela col paesaggio.
Fino al giorno in cui questo ectoplasma in gonnella, che senza parere indaga su uomini in frac mentre declama ad alta voce I tre moschettieri in un istituto per ciechi, s’imbatte per combinazione in una petite annonce dove si richiede con urgenza una lettrice altamente qualificata.
Appena assunta, la patetica Augusta giunge a una svolta inattesa per il suo cuoricino tuttora immune dalle insidie del sesso.

Dato che s’innamora di un uomo gentile e compìto che, ahi noi, quando sembra che infine trionfino le intermittenze del cuore viene sorpreso in tenuta da amazzone dall’attonita Augusta. Il seguito? Alla prossima puntata.

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