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Adriano già in ritardo, Julio Cesar già in porta

Altro problema aereo per il bomber, Mancini non gradisce. A Trieste fra i pali va il brasiliano. Nuovo rinvio per Figo

Riccardo Signori

Adriano è già in ritardo, Julio Cesar è già in porta. L’Inter è come un frizzantino: ti lascia sempre un retrogusto allegro. Pronti via e la stagione è già piena di pepe. Cacciato Vieri e conquistato Pizarro, ecco il sapore del «déjà vu» con il ritardo di Adriano. Ieri la società ha fatto sapere che il giocatore godrà di un giorno in più di permesso per i soliti disguidi d’aereo. Doveva arrivare oggi, ci sarà domani. Mancini, che pur lo aveva circuito e coccolato, un paio di settimane fa, sul suo panfilo in Sardegna, ha incassato il ritardo senza dire niente ma con la smorfia di chi non gradisce. Qualcuno dovrà pur dotare il brasiliano di un miglior orario degli aerei fra Milano e il Brasile. Ma il bello non finisce qui: ieri l’allenatore ha dovuto dividere l’Inter in due. Quelli che giocheranno a Trieste il trofeo Tim e gli altri per l’amichevole a Brunico. Carte mischiate ma non troppo. A Trieste ci saranno le novità: Julio Cesar in porta, Wome a sinistra, Solari sulla fascia e Pizarro in mezzo al campo con Cristiano Zanetti. A Brunico resteranno Toldo, Mihajlovic, Favalli, Veron e Kily con un gruppo di ragazzini. Recoba è già infortunato, Martins e Cruz saranno la coppia d’attacco di Trieste. Tutto nella logica, ma quel Julio Cesar in porta avrà fatto sobbalzare Toldo.
Di contro è in dormiveglia il mercato. E se non ci fosse il Real Madrid, bisognerebbe inventarlo. Florentino Perez compra e vende giocatori con l’attitudine del Moratti dei tempi d’oro. Non a caso i rapporti fra i due sono di grande intesa. Ieri poteva essere il giorno della cessione di Figo all’Inter. Il giocatore ha atteso fino all’ultimo una chiamata, pur di non salire sull’aereo che doveva portare lui e il Real in Cina per la seconda tappa del tour estivo-promozionale madrileno. Perez ha promesso al giocatore di lasciarlo libero senza denaro in cambio: soluzione che ha ingolosito Moratti, ma prima bisogna vendere. È stata questa l’ennesima spiegazione opposta al giocatore che ha deciso esser meglio incassare 3 milioni di euro netti dall’Inter piuttosto che 4 dal Liverpool.
L’operazione ha soprattutto bisogno di tempo. Moratti lo ha ripetuto. «Non ci sono novità. Figo e Samuel interessano, ma tutto deve essere valutato nel complesso di una campagna trasferimenti». Ovvero: l’Inter deve disfarsi di ingaggi pesanti: quelli di Van Der Meyde e Davids su tutti. Tra un risparmio e l’altro, il patron raggranellerà quei 10 milioni di euro che serviranno per il portoghese. Senza dimenticare che a Mancini e alla squadra serve soprattutto un difensore centrale: Samuel costa molto (lo aveva cercato anche la Juve offrendo Camoranesi), Chivu spera. Gli affari di ieri si spengono nella cessione all’Avellino di Mattia Altobelli, figlio di Spillo, e in quella di Alessandro Potenza (difensore centrale l’anno scorso al Parma) al Maiorca di Cuper. Il vecchio tecnico non dimentica i ragazzini conosciuti a Milano. E intanto Ronaldo continua a dire: «Se il Real mi vende, non c’è problema».

Ma nessuno l’ascolta.

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