Adriano lancia lInter nel mondo dei sogni
29 Agosto 2005 - 00:00Interisti attendisti per mezzora, poi travolgono i veneti. Bene Pizarro
Riccardo Signori
da Milano
È tornato boom boom Adriano. Pronti via ed è subito gol. Anzi alluvione di reti: tre, che sono tante per spaventare gli avversari e il campionato. E lInter continua la sua luna di miele con il successo. Il Treviso non è gran cosa, intendiamoci. Ma non cè nulla di più incoraggiante di una tripletta per cominciare, dellesplosività di Adriano rispiegata al colto e allinclita (45 gol in 75 partite ufficiali), dei venti minuti di Pizarro a lucidare gli occhi di San Siro e di qualche colpo di classe di Figo a far sollevare una nuvola di «oohhh!» emozionati ed eccitati. Ieri San Siro ha goduto quattro volte: per i tre gol della Beneamata e per la rete segnata dallAscoli. In quei momenti è riesplosa tutta la faziosità da derby: gli interisti hanno intonato il ritornello sul Liverpool, ormai in testa alla loro hit parade, e i cori contro Bobo Vieri, che hanno fatto da leit motiv a tutta la partita, si sono persi nellaria della festa.
Certo, questo inizio di campionato ha unaltra faccia rispetto a quello dello scorso anno quando lInter cominciò il suo calvario dei pareggi. Stavolta cera il Treviso in casa e non il Chievo a Verona, altra pasta di squadra. Stavolta cera in campo la squadra che ha concluso la scorsa stagione, innervata da Julio Cesar in porta e Figo allala destra al posto di quel pesce lesso di Van der Meyde. Stavolta cera Recoba che voleva far sul serio e non Vieri carro armato arrugginito. Ma soprattutto cera ancora e sempre quellimperdibile Adriano che aveva fretta di vincere e scappare per non perdere laereo: destinazione nazionale brasiliana. Ieri lInter e Adriano sono state due anime per diversi minuti lontane luna dallaltra: Inter poco carburata allinizio, Figo disorientato da un gioco che non lo contemplava, centrocampo guidato dalla scarsa vena di Veron, Stankovic ballerino senza scarpette, e Adriano cane da caccia affamato ma senza preda da inseguire. Cè voluta mezzora perché limperatore prendesse la decisione fatale: ora faccio tutto io. Ed infatti, strappato un pallone sulla destra, ha scatenato il temporale, scardinato le difese di Lorenzi, che nel duello col brasiliano raramente si è interessato alla palla, e fatto esplodere il sinistro come una clava.
È stato linizio del dolce pomeriggio nerazzurro. Adriano lo ha allietato usando ancora il sinistro: ora come un fioretto (tocco del 2-0 sul cross di Stankovic), ora come unarma di precisione (Pizarro semina la difesa del Treviso e gli appoggia la palla da mettere in rete). È stato linizio del campionato nerazzurro, come tanti altri sono stati. Dice la tradizione, per esempio, che lInter, ad agosto, è sempre stata vittoriosa alla prima partita, ed anche con punteggi eclatanti: 6-0 allAtalanta (1961-62), 3-0 al Verona (1999-2000), 4-1 al Perugia (2001-2002). Dunque non è tanto il risultato quello che può indurre alla solita tentazione nerazzurra di sentirsi già con lo scudetto sul petto al primo squillo di tromba, quanto piuttosto la bontà del suo mostrarsi.
Dopo una partenza piena di stridori, la squadra ha cominciato a giocare più sciolta. Il Treviso ha fatto soprattutto ostruzione e distruzione. Però, in quel paio di momenti in cui Reginaldo, brasiliano più vero di Pinga, ha trovato lintuizione feconda, Julio Cesar ha risposto da portiere di successo. Probabilmente facendo impallidire Toldo, che stava in panchina. E così il resto della squadra: difesa dignitosa (J. Zanetti ha chiuso infortunato), il centrocampo ha ansimato cercando lucidità e brillantezza, ma in realtà lha trovata soprattutto quando è entrato Pizarro, che ha riproposto il suo gioco essenziale e veloce ed ha mostrato miglior intesa con Figo. Lattacco ha ritrovato lorgoglio di Recoba, solito pasticcione che ha tirato tanto e preso anche un palo.
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