nostro inviato a Reggio Calabria
Un quarto d'ora per rispondere alla Juve e dire: avanti il prossimo! Quinta vittoria di fila, il tanto per non sentirsi troppo lontani dallo stile Juve, due gol in quindici minuti, il terzo dopo 39, tutto quanto fa speranza. L'Inter non rilancia il campionato perché otto punti di distacco sono sempre una bella montagna da scalare, ma infiocchetta il suo fine anno calcistico. L'anno passato non ha mai segnato gol alla Reggina, quest'anno si è sfogata: quattro reti da mettere in collezione. Meriti suoi e demeriti altrui. Sono tornati al gol i soliti noti, Adriano e Martins quasi la vena del derby non si fosse ancora sopita. Ed anche la squadra del derby non avesse ancora addormentato gli istinti da killer che l’hanno condotta a scavalcare il Milan e cavalcare alla rincorsa della Juve. Utopia o realtà? Lo dirà il tempo.
Ieri l’Inter è stata soprattutto sbrigativa ed efficace. Ha trovato in Figo l’assistman per le ultime tre reti, ha perfino scoperto la vena da goleador di Pizarro che, all’ultimo secondo utile, ha lasciato il primo segno in questa sua stagione nerazzurra. Partenza come il finale: nel nome del gol. Un minuto e 38 secondi per mettere la Reggina nell’affanno: la punizione di Veron ha pescato lo scarabocchio difensivo di Lanzaro e il rapace piede di Cordoba appostato nel mucchio d’area. Bel regalo, penserete. Vero, ma l’Inter di questi tempi si sta guadagnando buona stella ed eventuali regali, mettendo in campo spirito di squadra e capacità di sfruttare gioco ed occasioni. Un dato: 20 conclusioni, di cui 11 nello specchio della porta. E difesa sempre più attenta (ormai le distrazioni sono frutti rari), centrocampo dove la coppia Cambiasso-Veron ha dimostrato d’essere regina, Figo ben ispirato, l’attacco ha ritrovato la buona mira di Adriano.
A tutto questo ieri si è aggiunta anche la molle partita della Reggina che non ha sfruttato neppure le condizioni ambientali: vento gelido e fastidioso, campo malmesso tale da mettere in difficoltà i giocatori di fino. Invece l’Inter si è adeguata (alle difficoltà) e la Reggina si è adagiata sulle sue povertà. Mazzarri, l’allenatore suo, aveva appena detto d’aver ritrovato la sua squadra ideale. Chissà in quale sogno!
L’Inter ha trovato l’avversaria ideale: grandi spazi a centrocampo dove arrivar prima sulla palla, larghe falle in difesa dove Martins ha sprintato tra pasticci e qualche buona intuizione, Adriano ha trovato occasioni da rete, e per assurdo ha segnato un gol solo, gli altri hanno infilato giocate facili. Dopo il gol segnato da Cordoba, la gente nerazzurra ha capito che la partita andava risolta senza lasciar tempo e ha cominciato a bombardare la porta di Pavarini, imbattibile negli interventi acrobatici, improbabile nel respingere palloni che slittavano via come saponette. E allora, dopo due conclusioni di Adriano e una di Veron, è decisamente entrato in partita anche Figo che ha scodellato un cross d’autore per pescare la solitaria testa di Martins nel mezzo area.
Match risolto dopo quindici minuti. Il resto è stato un battagliare tra qualche eccesso fisico e la voglia nerazzurra di far bottino. Adriano ha cercato il gol con la fame del lupo solitario e si è acquietato solo quando Figo gli ha servito la palla che l’ha riscoperto cannoniere micidiale anche con i piedi: scarto, dribbling e tiro, una bellezza del repertorio.
A quel punto la Reggina ha chiuso una partita mai cominciata, il suo ansimante replicare si è concretato solo in una conclusione di Tedesco da fuori area, mentre l’Inter ha giocato la ripresa quasi in folle. Adriano ha sbagliato conclusioni con troppa disinvoltura.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.