Adriano è tornato Il patron: «Al Milan non lo cediamo»

«Materazzi? Macché volgare, difendeva se stesso»

da Milano

Adriano è tornato a Milano ieri pomeriggio: in aereo e senza casse di birra al seguito. Gli sono bastate quelle bevute a Rio. Questa mattina si presenterà ad Appiano per seguire gli allenamenti stabiliti da tecnico e preparatori. «Tutto secondo i programmi concordati dalla società», ha annunciato l’Inter. Le vacanze sono durate poco più di una settimana, il brasiliano era partito il 25 ottobre ed aveva promesso di rientrare dopo la partita di Champions. Stavolta l’ex bomber (non segna da 200 giorni) ha trovato tutti gli aerei in orario. E ieri, come bentornato, ha ascoltato l’ennesimo atto di fede di Moratti che in chat con i lettori di Gazzetta.it lo ha descritto così: «Adriano è un bravissimo ragazzo, ha tutto l’interesse di fare bene, non è un vizioso o uno difficile da condurre, deve trovare la forma giusta per fare bene il suo mestiere».
Il patron ha negato che il brasiliano venga venduto al Milan («E non penso ce lo chiedano») ed ha spiegato perché non è stato possibile uno scambio estivo con Ronaldo. «Ronaldo lo vendevano, non lo scambiavano. E noi non volevamo muovere Adriano». Moratti è tornato sul caso Vieri. «Quanto successo non mi è piaciuto, ma poteva avere una sua giustificazione». Sul futuro di Mancini: «Non vado a cercare un altro, non ci sono progetti paralleli sennò non avrei coraggio di parlargli». Su Figo: «Non è previsto un dopo Figo per l’anno prossimo». Ricorda di non aver preso Kakà. «Faceva parte di un progetto sui brasiliani, ma lo descrissero come una grande punta». Ha definito Cambiasso e Dacourt acquisti oscuri ma importantissimi, ha negato l’idea di prendere Buffon e Cassano e considera Messi il miglior giocatore in circolazione.
E, come Campana, ha difeso Materazzi per la multa di 10mila euro a seguito di un gesto ritenuto provocatorio, dopo l’espulsione nel derby.

Il sindacalista aveva detto: «Marco sta subendo un trattamento inaccettabile dalle tifoserie avverse. Il gesto provocatorio è quello del giudice sportivo, non di Materazzi che non ha compiuto gesti scorretti». Moratti ha confermato: «Non è stato un gesto volgare, era lui che difendeva se stesso».

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