Aerei e porti, la Cina sbarca in Sicilia

nostro inviato a Pechino

La Cina vuole trasformare la Sicilia in una piattaforma per la logistica. Un sistema integrato per smistare le merci provenienti dall’Asia e spedirle in Europa, ma anche in Africa. L’isola si trova a metà strada tra i due continenti ed è l’ideale. Il fatto è - spiega il viceministro Adolfo Urso, appena sbarcato a Pechino per preparare la prima grande missione d’acquisto del gigante asiatico in Italia (intorno ai 10 miliardi di euro) - che la Cina sta ricominciando a marciare» e la dimostrazione arriva dal fatto che è l’unico Paese verso il quale in marzo, rispetto allo stesso mese del 2008, le esportazioni italiane sono cresciute dell’8 per cento».
A una ripresa crede, per esempio, il gruppo Hna, un colosso della logistica e del turismo che conta 39mila dipendenti e un fatturato di quasi 25 miliardi di euro e molta liquidità da investire. Ieri Urso ha incontrato l'amministratore delegato Wang Jian e il discorso è subito virato sulla Sicilia. «C’è un interesse serio a investire sulle infrastrutture e sulla logistica a partire dal porto di Augusta». In sostanza il megagruppo sta studiano come farlo funzionare. Si è offerto di realizzare infrastrutture, ma anche di gestire il porto siciliano per destinarlo soprattutto ai container. Identica «cura cinese», anche per l’aeroporto di Catania. Hna potrebbe partecipare al suo ampliamento e costituire, così, un sistema integrato di trasporti che vedrà la cittadina della Sicilia Orientale al centro degli scambi tra Asia, Europa e Africa. Tempi ancora tutti da definire. Molto è stato fatto e altro lavoro spetterà alla Regione Sicilia. «Il governo - assicura Urso - garantirà il massimo appoggio». Definiti, invece i tempi di un altro impegno preso ieri dai manager cinesi con il viceministro italiano. La Cina vuole altri collegamenti diretti via aereo con il Bel paese. E la compagnia del gruppo, la Grand China Air, si è proposta di portare a cinque il numero di voli diretti, da altrettanti scali (nel resto d’Europa si arriva al massimo a tre). Si parla - oltre di Milano e Roma - anche di Venezia, Firenze e naturalmente di Catania. Anche lì - assicura Urso, nel corso della missione con Ice e Simest - il potenziale è enorme. L’Italia è diventata ormai la prima destinazione turistica europea, superando la Francia. E può ancora crescere.
Tornando ai porti, quello Sicilia-Hna non è l’unico accordo in arrivo. Se la Cina si «prende» un pezzo del Siracusano, Genova conquista un pezzo di uno dei più importanti porti asiatici.

Urso firmerà un accordo messo a punto dalla Simest, con la quale l’autorità portuale di Tianjin Est, snellisce drasticamente le procedure burocratiche per le navi provenienti dal capoluogo ligure. Un corridoio che fino a oggi esisteva solo con Rotterdam.

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