Gli aeroplanini di carta? Ormai non sono più solo un gioco da ragazzi Da hobby a competizione mondiale: è alla terza edizione, partecipano studenti universitari di tutto il pianeta. E martedì approda a Milano

Gli aeroplanini di carta? Ormai non sono più  solo un gioco da ragazzi Da hobby a competizione mondiale: è alla terza edizione, partecipano studenti universitari di tutto il pianeta. E martedì approda a Milano

La magia del volo non finirà mai di incantare. C'è dietro la favola di Icaro ma c'è anche l'ambizione di superare se stessi. È lo stupore dello sguardo che si perde lontano. Oltre l'orizzonte. Oltre le nuvole. Oltre il proprio naso. Poi, ragionando terra terra, si capisce che perfino un volo non è per caso. Risponde a leggi precise. È aerodinamica. Ovvero la scienza che studia come si muove l'aria e come può quest'aria abbracciare un corpo. Da qui in poi è discesa libera. Entrano in gioco forza e resistenza, algebra e teorie.
Se c'è un divertimento che accomuna tutti i bambini del mondo è proprio quello di veder volare un aeroplanino di carta costruito con le proprie mani. Attenti a piegare il foglio come si deve, a bilanciarne lo spessore, a studiare i movimenti del braccio. Dove porti poi, con precisione, questa forza, rimane un'incognita. Ma è il suo bello. Infatti, con gli aeroplanini di carta, non si smette mai di giocare. Addirittura c'è un campionato mondiale riservato agli studenti universitari di ogni angolo del Pianeta. Si chiama «Red Bull Paper Wings», si svolge ogni tre anni ed è alla sua terza edizione. Sponsorizzato dalla bibita energetica, si avvale del contributo delle cartiere Pigna. Tutti possono diventare piloti e partecipare alla sfida (collegandosi al sito www.redbullpaperwings.com), l’unico titolo richiesto è essere studenti universitari. Nel 2006 hanno partecipato 48 Paesi e 10mila ragazzi, nel 2009 83 Paesi per 37mila piloti e quest’anno sono i corso le tappe di qualifica in più di 85 nazioni. In Italia si disputano 18 incontri, le selezioni sono partite il 15 febbraio dalla Sapienza di Roma e si conluderanno il 30 marzo nella sede della Cartiere Paolo Pigna ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo. Il 6 marzo la gara si è svolta a Torino, il 7 a Lecce, il 9 a Catania. Il 13 marzo a Milano, alle 12.30 alla palestra Cus di via Valvassori.
La finale mondiale del «Red Bull Paper Wings» sarà invece a Salisburgo nei giorni 4-5 maggio all’Hangar-7, il quartier generale delle evoluzioni acrobatiche (reali). Qui i vincitori - i tre migliori piloti di aeroplanini di carta di tutto il pianeta - voleranno per davvero assieme alle pattuglie acrobatiche.
E vediamo che cosa valuta la giuria, non ci sono parametri fissi, ma tre categorie all’interno delle quali vengono suddivisi i lanci di aeroplanini: «volo più lungo», «maggiore permanenza in aria» e «volo più acrobatico». Nel 2009 si è aggiudicato la vittoria per il volo più lungo il croato Joviza Kozlica con 54,43 metri, quella del durata del volo il brasiliano Leonard Ang con 11,66 secondi e quella del volo più creativo il giapponese Takeshige Kishiura Kisshii che ha incantato la giuria con le spettacolari acrobazie del suo aeroplanino. La vittoria per team, invece, è andata alla Polonia.
A chi spetta il record mondiale? Quello di distanza, insuperato finora nell’ambito del campionato Red Bull, venne assegnato a Stephen Krieger, negli Usa nel 2003 per aver fatto percorrere al suo aeroplanino 63,19 metri di tragitto. La permenenza in volo più lunga, 27,9 secondi, se la aggiudicò il giapponese Takuo Toda nel 2009.
Al di fuori del campionato Red Bull, il record mondiale di distanza è stato raggiunto, il mese scorso, in California, in un hangar della McClellan Air Force Base a Sacramento, da un progettista e da un giocatore di football americano che hanno unito le forze per far compiere all’aeroplanino il record assoluto 69 metri e dieci centimetri.

Il primo è un ingegnere aeronautico progettista di aeroplani (veri) di grande esperienza, John Collins, che ha disegnato e realizzato il «prototipo». Il secondo è un «quarterback» professionista: Joe Ayoob, abituato a ben più lunghe parabole con una palla ovale.

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