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Afellay, Green, Gilardino: ecco la nazionale che nessuno comprerà

Le delusioni mondiali. L'olandese è l'unico che può ancora riscattarsi. La punta viola simbolo del fallimento azzurro

C’è modo e modo di passare alla storia. Per esempio, chi mai scorderà saponetta Green? Sì, Robertino “mano fredda“, il portiere dell’Inghilterra che ci ha regalato un primo squarcio di verità su quale sarebbe stata la fine dei Leoncini di Capello. Hai un bel dire: colpa dello Jabulani. Ma poi Chouchi (Algeria), Paston (Nuova Zelanda), Villar (Paraguay) perfino Enyeama, il paratutto nigeriano contro l’Argentina, o Diego Benaglio, l’ex saracinesca svizzera, sono tutti caduti con corredo di papere. Ed allora c’è mondiale e mondiale: quello dei big e quello degli small, che in italiano si tradurrebbe pipponi. Se vogliamo dirlo con più raffinata circonvoluzione: il mondiale di quelli che non compreresti mai. Provate a pensare quanto valga sul mercato Robert Green, anni 30, un brillante futuro (se c’è mai stato) dietro le spalle? Perfin meno di Dida.
E dietro il portiere, un’intera squadra. Completa di allenatore che l’inclemenza dei risultati assegna a Paul Le Guen, francese di 46 anni che va a completare l’annata nera dei galletti. Povero Le Guen, è stato l’unico a non capire subito che Eto’o faceva il terzino solo con Mourinho. Nella sua nazionale è stato ripreso dal vezzo della primadonna. Le Guen ci porta al fattore “G“ francese: un’orgia di sciagurati. Basta citare: Gallas, Govou, Gignac, Gourcouff. Ne abbiamo scelti solo due: Gallas, stopper francese cercato anche in Italia, è riuscito a dissuadere gli ammiratori che, evidentemente, tanto intenditori non dovevano essere. Ma Sidney Govou, 30 anni, attaccante del Lione gironzolante sulla destra, sarebbe titolare inamovibile nella squadra di quelli che non prenderesti mai. Le sue pagelle sono uno specchio di desolazione.
E che dire di Abdi Ghezzal, algerino che ha lasciato Siena dicendo: «Grazie tanto, ma non voglio la serie B». Se non sta attento lo rivogliono solo in serie C: dopo 15 minuti è riuscito perfino a farsi espellere. Bel match con Zdravko Kuzmanovic, il serbo che ha pensato di giocare a pallavolo creando il rigore che ha fatto venire seri grattacapi alla squadra: era in campo da 23 minuti ed ha voluto dimostrare di non essere proprio affidabile nel mezzo dell’area sua. Anche se non si può dir meglio di chi fa il difensore per mestiere: il nigeriano Shittu è riuscito a rivalutare Cannavaro. L’australiano Luke Wilkshire, schierato a destra, esperienza non male alla Dinamo Mosca, è apparso ipnotizzato: sia nell’area sua, sia in quella avversaria.
Si dirà: d’accordo, ma questi sono giocatori di valore medio basso, cosa vuoi che costino sul mercato? Bene. Ma che dire di Marechiaro Hamsik? Non ha combinato disastri veri, però non c’è mai stato. Doveva essere uno dei gioielli del mondiale, è stato uno dei bluff. Se prima valeva 25 milioni, oggi nel vale la metà e forse meno. Obiezione: e allora Rooney? Vero, ma almeno aveva l’alibi di un infortunio mai ben guarito, che ne ha dimezzato qualità e rendimento. Altrimenti altro che Tapiro. Quello che si prende Gilardino, a nome di tutta la squadra azzurra. Cercate un centravanti? Gilardino, al massimo, è un centro boa: non avendo mai tirato in porta e neppure provato a dire: ci sono anch’io. Sempre spalle alla porta e spalle al mondiale: 135 minuti di memorabile inutilità. Quasi quanto quella di Obinna (Nigeria) o di Suazo reuccio senza corona dell’Honduras. Forse non è un caso che i due siano reduci dal calcio italiano. Non sarà che riusciamo anche a rovinare gli stranieri, oltre a prenderci poco con i nostri?
E se la divina provvidenza calcistica non gli cambierà testa, probabilmente entrerà in tanto poco nobile genia anche Ibrahim Afellay, uno che doveva esser un gioiello ma con lo spirito dell’olandese importato e sopportato. Finora ha fatto vedere tutta quanta la sua presunzione, presumendo di essere un campione.

Rispetto agli altri ha la fortuna di potersi ancora redimere e rivalutare. Ma c’è il Brasile di mezzo: Afellay rischia di vederselo tutto in panchina. Ma non si preoccupi: un posto da titolare nella nostra nazionale “small“ non glielo toglie nessuno.

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