Francesca Angeli
da Roma
Si resta genitori, con tutti i diritti ed i doveri di un padre e di una madre, anche dopo la separazione ed il divorzio. Sembra unovvietà ma nella realtà, quando la famiglia si spacca, troppo spesso uno dei genitori, di solito il padre, viene di fatto escluso dalla vita dei figli e dalle scelte necessarie alla loro crescita ed educazione. Ieri la Camera ha dato il primo via libera alle nuove norme sullaffido condiviso per i figli dei genitori separati. Il testo, votato da una maggioranza trasversale e che ora passa al vaglio del Senato, stabilisce il principio di «bigenitorialità» ovvero il diritto del figlio a mantenere i rapporti con entrambi i genitori. Tra le novità anche la tutela dei diritti dei nonni. Dopo la separazione o il divorzio dei genitori viene comunque tutelato il diritto dei figli a mantenere un «rapporto equilibrato e continuativo» non solo con mamma e papà ma anche con i nonni ed i parenti. Per quanto riguarda i costi del mantenimento le responsabilità sono condivise. È obbligo di ciascuno dei genitori in proporzione al proprio reddito contribuire alle spese. Il giudice può disporre un assegno integrativo anche ricorrendo a un accertamento della polizia tributaria. Chi non versa lassegno per oltre tre mesi senza validi motivi rischia una condanna penale.
Molto discussa la norma sul diritto al godimento della casa familiare, che viene meno nel caso in cui il coniuge al quale l'abitazione è stata assegnata non vi abiti più, conviva more uxorio con un altro partner oppure si risposi. Previsto anche il mantenimento dei figli maggiorenni non indipendenti economicamente. Il giudice infatti può imporre il pagamento di un assegno periodico. Ed è proprio il margine di decisione molto ampio lasciato ai giudici che ha sollevato le perplessità di alcune associazioni. I giudici infatti dovranno intervenire per la soluzione di conflitti insorti tra i genitori sullesercizio della potestà, adottando ogni provvedimento nellinteresse della prole, decidendo se laffidamento sarà condiviso o disgiunto e dunque risolvendo i conflitti tra i genitori. Nel testo è prevista anche una norma che disciplina leventuale esclusione di uno dei due genitori dallaffidamento da parte del giudice. La formulazione è stata cambiata con lapprovazione di un emendamento presentato dai diessini. Il testo approvato in finale prevede che il giudice possa decidere lesclusione di uno dei due genitori se ritiene che laffidamento vada contro gli interessi del minore. Ciascun genitore può chiedere in qualsiasi momento l'esclusione dellaltro.
«Si poteva fare di più e meglio» , commenta Marino Maglietta presidente dellAssociazione Crescere Insieme che da anni si batte per vedere cambiate le norme sullaffido. «È stata raggiunta una formulazione ibrida di compromesso che lascia troppo spazio alle interpretazioni mentre avremmo voluto vedere affermato i principio che un genitore idoneo ha comunque diritto a non essere escluso - spiega Maglietta -.
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