
Andrea Sempio è l'unico indagato nel nuovo filone dell'indagine di Garlasco. Per lui è stato ipotizzato il reato di omicidio in concorso ma non esistono prove che lo collegano in maniera incontrovertibile alla scena del crimine. C'è l'impronta 33 sul muro delle scale dove è stato trovato il cadavere di Chiara Poggi, che emerse già nei rilievi del 2007 con la ninidrina ma che solo con le moderne tecnologie è stato possibile attribuire, con 15 minuzie, a Sempio. Ma quell'impronta, come ripetono tipo mantra i suoi legali difensori, non può essere collocata sulla scena del crimine perché non può essere datata: può averla lasciata in precedenza. Tuttavia, gran parte delle attenzioni mediatiche sono ora concentrate su di lui e la sua vita, a prescindere da come andrà l'indagine, è cambiata.
"Un’indagine come questa può distruggere una persona", ha detto l'avvocato Massimo Lovati che, assieme ad Angela Taccia, difende Sempio. Intervistato da La Provincia Pavese, infatti, il legale ha spiegato che il suo assistito "ha già perso la casa, ora rischia di perdere anche il lavoro. Il proprietario di casa a Voghera ha detto che non era più opportuno rinnovargli il contratto, perché c’erano troppi giornalisti appostati. Anche al lavoro non è un bel periodo. La gente è cattiva, sospettosa". Sono i rischi di un'indagine mediatica ma anche dell'esposizione degli avvocati ma, soprattutto, è il sintomo di una ricerca di verità da parte degli italiani, che alla luce di quanto finora emerso vogliono capire. E non solo chi ha ucciso la povera Chiara Poggi ma anche se davvero è possibile, nel caso in cui Stasi venisse considerato innocente, finire incastrati nelle maglie della giustizia senza aver colpe.
Secondo l'avvocato, la causa dei problemi di sovraesposizione di Sempio è a monte, perché secondo lui la procura "poteva continuare a indagare ma a carico di ignoti". Quindi, l'avvocato ha replicato anche a Mattia Capra, che era parte del gruppo di amici di Garlasco di Sempio, ma anche Taccia, Bisibetti e Marco Poggi.
Capra, come chiunque non debba temere nulla, ha dichiarato che lui non ha paura delle indagine, che pure lo hanno coinvolto ma non da indagato. "Si faccia indagare e poi ne parliamo. La pressione in un caso come questo è insopportabile", ha replicato l'avvocato.