Affitti milionari per edifici inutilizzati

Diciotto anni d’affitto a carico del Comune per due immobili destinati a rimanere vuoti per oltre dieci anni, alla modica cifra di 279 milioni di euro di cui ben 172 milioni sarebbero quindi letteralmente buttati. È una nuova, eclatante «sprecopoli» quella che si profila all’ombra del Campidoglio: uno sperpero di denaro pubblico che l’amministrazione giustifica nel quadro dell’operazione «Campidoglio 2», il progetto da ultimare entro il 2011 - come ha ribadito giovedì l’assessore capitolino al Patrimonio, Claudio Minelli - che prevede il trasferimento in un’unica sede, nel quartiere Ostiense , di 114 sedi comunali attualmente distaccate (delibera 106/2004), lasciando sul colle capitolino solo gli uffici del sindaco, dell’avvocatura, del consiglio comunale, dei gruppi e delle commissioni consiliari.
La denuncia, numeri e carte alla mano, è arrivata ieri dai due consiglieri comunali di Alleanza nazionale Luca Gramazio e Marco Visconti. Oggetto del contendere sono i due contratti d’affitto sottoscritti dal Comune - mediante semplici determinazioni dirigenziali - per due palazzine, entrambe di proprietà di un gruppo privato e sede (una attuale, l’altra futura) di uffici consiliari e dipartimentali in attesa del trasferimento, dal 2011, nel nuovo polo «Campidoglio 2». Il primo è l’immobile di largo Loria «per il quale - spiega Visconti - il Comune ha stipulato un contratto di locazione con decorrenza dal gennaio 2008, durata di 9 anni più 9, con scadenza quindi nel 2025 al costo complessivo per i 18 anni di 198.521.996,22 euro, Iva compresa (11.028.999,79 euro l’anno). Se questi uffici saranno spostati nel 2013 - “concedendo” così al Campidoglio due anni di ritardo per finire i lavori - lo spreco dell’affitto pagato a vuoto, calcolato dal 2013 al 2025 sarebbe di oltre 132 milioni di euro Iva compresa». La seconda palazzina è quella di via delle Vergini, che dal 2005 ospita gli uffici di alcuni gruppi consiliari e di una parte del segretariato generale. Anche in questo caso si è adottata la formula del «9 anni più 9» a 4 milioni e mezzo di euro annui lordi fino al 2022, e l’affitto pagato a vuoto per il periodo 2013-2022 ammonterebbe quindi ad altri 40 milioni e mezzo di euro.
«Stiamo valutando - continuano Visconti e Gramazio - l’opportunità di consegnare tutta la documentazione in nostro possesso alla Corte dei Conti. Chiediamo le immediate dimissioni dell’assessore Minelli che deve spiegarci, ad esempio, i motivi per cui si è rinunciato alla facoltà di disdetta del contratto alla prima scadenza come logica avrebbe voluto considerando il futuro trasferimento». «Senza contare - afferma Visconti - che il palazzo dell’Acea, di ben 5mila metri quadrati, è stato venduto dal Comune - alla società “Beni Stabili” nel giugno 2006 - per soli 108 milioni di euro. Quella cui stiamo assistendo è un’autentica svendita dei “gioielli di famiglia” per pagare affitti milionari oltre che fitti passivi elevatissimi, spendendo cifre che sarebbero bastate per l’acquisto degli immobili in questione. E la denuncia di oggi - avverte l’esponente di An - rappresenta solo la punta di un iceberg». E in serata è arrivata la replica dell’assessore capitolino: «Gli immobili che il Comune conduce in locazione - secondo Minelli - possono essere rilasciati dall’amministrazione esercitando il diritto di recesso senza il pagamento di alcuna penale».

Peccato che in entrambe le determinazioni dirigenziali si legga chiaramente: «In ragione dell’iniziale investimento a totale carico della parte locatrice, la parte conduttrice rinuncia alla facoltà di disdetta del contratto alla prima scadenza novennale».

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