Razzi, trappole esplosive che maciullano civili e attacchi contro le postazioni italiane, ma i talebani non sono riusciti a far saltare le elezioni per il nuovo parlamento afghano. Più di 5351 seggi sono stati aperti ieri all'alba per eleggere i 249 rappresentanti della Camera bassa. Poco meno di 1500 sono rimasti chiusi, in gran parte per le minacce dei talebani. Gli insorti hanno rivendicato un centinaio di attacchi, ma è nota la loro tendenza all’esagerazione. I seggi hanno chiuso alle 16.30, ora locale, ma in alcuni casi ci sono stati dei rinvii per la gente in fila: si stima che abbia votato circa il 40% dei 12 milioni di iscritti alle liste elettorali. Prima delle elezioni l'inviato dell'Onu, Staffan De Mistura, considerava un successo un'affluenza fra il 28 ed il 40%.
Una decina di civili ha pagato con la vita la volontà di votare. Uno degli episodi più gravi è avvenuto nella valle di Zirko, sotto controllo italiano. Un bus è saltato su una trappola esplosiva che ha ucciso cinque persone e ferito altre sette. Gli alpini sono intervenuti evacuando i feriti via elicottero.
Sul fronte nord dell'Afghanistan occidentale i talebani hanno attaccato alcuni capisaldi della bolla di sicurezza di Bala Murghab. Gli alpini hanno risposto al fuoco di armi leggere ed utilizzato i mortai da 120 millimetri della base avanzata. Un terrorista con una motobomba voleva fare saltare in aria un seggio, ma è stato arrestato.
Nell'ostica provincia di Farah tre razzi sono piombati poco distante da base Tobruk, da dove si è risposto con i mortai.
Alla colonna giunta venerdì sera alla base Lavaredo, nel famigerato distretto di Bakwa, hanno sparato delle raffiche, più che altro dimostrative. Si trattava del convoglio che sarebbe dovuto saltare in aria con l'ordigno individuato da un velivolo senza pilota. L'allarme aveva attivato la missione dei corpi speciali che è costata un caduto e un ferito. A Bakwa un posto di blocco dei talebani, a meno di un chilometro da quelli della polizia, respingeva la gente che voleva recarsi ai seggi. Però a Herat e in altri centri minori, fino a poco tempo fa minacciati dagli insorti, come Adraskan, dove i carabinieri addestrano i poliziotti afghani, si è votato liberamente.
«A parte la perdita del tenente Romani e il ferito la giornata del voto nell'Afghanistan occidentale non è andata poi così male - dichiara da Herat il maggiore Mario Renna, portavoce italiano -. E se a Zirko c'è stato un evento tragico non bisogna dimenticare che fino a non molto tempo la valle era off limits».
Nel sud dell'Afghanistan la paura si tagliava con il coltello. A Kandahar, l'ex capitale spirituale dei talebani, l'affluenza alle urne è stata assai scarsa. Il governatore, Toryalai Wesa, è scampato per un pelo a un attentato mentre andava a votare. Se nelle province o sacche pasthun come Logwar e Kunduz i talebani sono riusciti a bloccare qualche seggio, in quella sciita di Bamyan c'erano le code per votare.
Non sono mancate segnalazioni di brogli con tanto di votanti che si cancellavano l'inchiostro "indelebile" dal dito indice, marchio del voto, per tornare alle urne. Tessere elettorali false sono state sequestrate a Kabul, dopo le tremila confiscate nei giorni scorsi.
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