Afghanistan Ahmadinejad a fianco di Karzai: «Gli Usa fanno il doppio gioco»

Il presidente afghano Hamid Karzai ha accolto a Kabul il leader iraniano Mahmoud Ahmadinejad, tra i più duri rivali politici degli Stati Uniti. E al fianco del politico afghano, vicino a Washington, Ahmadinejad ha criticato duramente l’America e la missione Nato nel Paese. La presenza delle truppe internazionali in Afghanistan non può essere una soluzione per la pacificazione della regione, tanto più che gli Stati Uniti dicono di combattere un nemico - il terrorismo - che essi stessi hanno contribuito a creare. L’ennesimo sfida all’Occidente Ahmadinejad la lancia da Kabul. Sono passate solo poche ore da quando il segretario alla Difesa americano Robert Gates ha utilizzato le stesse parole per apostrofare l’atteggiamento iraniano nella regione. E il leader iraniano non perde l’occasione per farsi beffa di lui: «Siete a 12mila chilometri da qui, dall’altra parte del pianeta. Che ci fate in questo Paese? Questa è la domanda seria da porsi», ha detto sorridendo in conferenza stampa. È molto serio, invece, Ahmadinejad quando ribadisce la sua contrarietà alla presenza delle truppe internazionali in Afghanistan. «Non vediamo la presenza delle forze militari straniere come una soluzione per portare la pace in Afghanistan. La soluzione passa attraverso il controllo della situazione da parte del governo legittimo dell’Afghanistan», precisa il presidente iraniano al termine del suo incontro a Kabul con Karzai. E a chi gli chiede quale sia il ruolo che l’Iran sta giocando per la stabilità della regione, Ahmadinejad risponde prontamente: «L’Iran non gioca un ruolo nell’instabilità dell’Afghanistan. Siamo al fianco del governo e del popolo afghano per la sicurezza di questo Paese». Quindi l’affondo a Gates e agli Stati Uniti. «Che ci fate qui? Questa è la domanda. Siete qui per fermare i terroristi? Se siete qui per altre ragioni dovete avere il coraggio di riconoscerlo», commenta il leader di Teheran. Il terrorismo, invece, è solo «una scusa», «un doppio gioco» per giustificare la presenza di 121mila soldati stranieri, è il ragionamento di Ahmadinejad, che evita accuratamente di citare gli Stati Uniti.

Ma il suo tentativo di dissimulare il destinatario del messaggio fallisce: gli americani «li hanno plasmati, li hanno pagati e hanno fornito loro un sostegno nell’intelligence», dice il presidente iraniano, facendo riferimento ai talebani e ai combattenti di Al Qaida.

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