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Afghanistan, i talebani rialzano la testa: conquistate due città

Coalizione al contrattacco: ripreso agli integralisti islamici un distretto appena perduto. In fuga migliaia di civili e organizzazioni umanitarie

Roberto Fabbri

Aumenta la minaccia rappresentata dalla guerriglia talebana in Afghanistan. Quattromila civili residenti nella provincia meridionale di Helmand, al confine con il Pakistan, hanno lasciato le loro case a causa della violenza degli scontri a fuoco tra i miliziani integralisti e le forze regolari afghane, appoggiate da militari americani.
I guerriglieri avevano conquistato l’altro ieri, dopo giorni di combattimenti, due distretti della provincia di Helmand, quelli di Garmser e di Naway-i-Barakzayi. Secondo un portavoce della presidenza afghana, otto veicoli carichi di guerriglieri islamici sono arrivati dal territorio pakistano a occupare le città della zona dopo il ritiro del contingente locale di polizia, che contava in tutto appena 42 effettivi: hanno bruciato la bandiera nazionale afghana ed esposto un drappo talebano. Sembra che due gruppi militanti islamici pakistani abbiano effettivamente collaborato alla conquista dei due distretti: Jamiat Ulema e-Islam e Lashkar e-Tayyaba, quello che ha rivendicato i sanguinosi attentati di otto giorni fa ai treni di Bombay, in India.
Ieri, dopo cinque ore di lotta che hanno visto impegnata anche l’aviazione, la reazione delle truppe afghane e della coalizione ha portato alla riconquista del distretto di Naway, mentre continua la battaglia per Garmser. Il comando della coalizione internazionale rivendica inoltre la «disarticolazione» della linea di comando dei talebani in altri tre distretti della tormentata provincia di Helmand. Un portavoce americano ha detto che sono stati uccisi «numerosi comandanti di rango subalterno e medio sui quali si appoggiava la catena di comando dei talebani, intenti a minacciare gli abitanti dei villaggi e a spingere i piccoli gruppi estremisti per condurre attacchi contro le forze armate afghane e quelle della coalizione».
Il comando della coalizione si dimostra ottimista sulla riconquista di Garmser, ma intanto i talebani possono dirsi soddisfatti per essere riusciti a produrre sul campo due significativi effetti negativi. Da una parte hanno costretto migliaia di persone a trasformarsi in profughi, creando seri problemi organizzativi e gravi disagi alle persone; dall’altra hanno indotto alcune organizzazioni umanitarie che operano in Afghanistan a ritirarsi per paura. La mancanza di sicurezza provocata dai continui attacchi dei talebani ha dunque avuto ragione dei buoni propositi dei Mercy Corps, un gruppo con finanziatori occidentali, e della Brac, che ha la sua base in Bangladesh.
Alla fine del mese spetterà alle forze della Nato, che rileveranno la coalizione militare guidata dagli Stati Uniti, affrontare con decisione la difficile situazione che si è venuta a creare nel sud dell’Afghanistan: non solo la provincia di Helmand, ma tra le altre anche quelle di Zabul e di Uruzgun sono diventate negli ultimi mesi sempre più terreno delle azioni in armi dei fondamentalisti islamici.

Contro i guerriglieri talebani è perciò già stata annunciata la più massiccia operazione di terra della storia dell’Alleanza Atlantica.

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