Roma - La sicurezza dell’Afghanistan resta "un elemento fondamentale dell’impegno della comunità internazionale" ma il primo imperativo deve essere quello di arrivare a "ridurre il numero delle vittime civili dei combattimenti", tramite un più stretto coordinamento tra Isaf, Enduring Freedom e forze di sicurezza afghane. Lo ha affermato il presidente del Consiglio Romano Prodi porgendo il suo saluto alle delegazioni internazionali presenti, insieme al segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon e al presidente afghano Hamid Karzai alla Farnesina dove è in corso la conferenza internazionale per la giustizia in Afghanistan. "Ogni volta - ha avvertito il premier - che le azioni militari determinano vittime civili, i nostri sforzi per conquistare i cuori e le menti di tutta la popolazione afghana registrano drammatiche battute d’arresto". "Dobbiamo - ha esortato Prodi - offrire speranza anche a loro, nella consapevolezza che azioni efficaci e durature nei settori civile ed economico sono quasi sempre armi assai più efficaci di quelle belliche". "Non va dimenticato, nel contesto regionale, l’importante ruolo che paesi come Iran, India, Russia e Cina possono giocare nell’assistere e facilitare gli sforzi di tutta la comunità internazionale".
D'Alema: "Molto resta da fare" Per l’affermazione dello stato di diritto in Afghanistan "molto è stato fatto, ma molto resta da fare". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema. "Ciò che è stato già conseguito è essenziale, come dimostra la Costituzione entrata in vigore nel 2004, che articola la forma istituzionale della Repubblica islamica dell’Afghanistan fondandola su una equilibrata spartizione dei poteri".
Coordinamento per evitare vittime civili D’Alema e Karzai insistono "sull’assoluta necessità e urgenza che le operazioni militari condotte dalla Nato-Isaf in Afghanistan, a protezione della popolazione afgana e per stabilire condizioni di sicurezza, siano improntate al massimo coordinamento e accuratezza al fine di evitare che vi siano vittime civili innocenti". È quanto emerge da un incontro fra il ministro degli Esteri e il presidente afgano che si è tenuto stamattina alla Farnesina, a margine della Conferenza internazionale.
Nel corso dell’incontro, come riferisce il ministero degli Esteri in una nota, Karzai ha sottolineato i "progressi che si registrano nel campo della ricostruzione e del miglioramento delle condizioni di vita nel Paese". Il presidente afgano ha citato, in particolare, le "cifre incoraggianti sulla riduzione del tasso di mortalità infantile, nel settore dell’istruzione, come pure gli investimenti nel settore della rete viaria ed il sensibile aumento del reddito procapite". Nella riunione, si è infine parlato dei progressi registrati nel dialogo politico tra Afghanistan e Pakistan, anche nella prospettiva di un "approccio integrato sul piano regionale, per favorire una migliore cooperazione sul piano dello sviluppo economico, della stabilità e della lotta al terrorismo internazionale" sottolineano alla Farnesina.
Ban Ki-moon: "Monitorare il sistema giudiziario" Il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon auspica che le conclusioni della Conferenza internazionale prevedano la creazione di un "sistema di monitoraggio e valutazione globale del sistema giudiziario afgano". "Grandi sono le aspettative sulla conferenza - ha aggiunto il segretario generale - la capacità dello stato afgano di definire la legislazione in materia di diritto civile, penale, patrimoniale, fiscale, contrattuale e commerciale determinerà la forma della società afgana per i decenni a venire.
Questi codici saranno la fonte di giustizia in una terra che per troppo a lungo ne ha sofferto la mancanza". Nel suo intervento di apertura della Sessione plenaria della conferenza, Ban ha quindi definito il summit di Roma come "la prova dell’impegno internazionale per rafforzare l’Afghanistan nella comunità delle nazioni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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