Agenti vanno a casa ad arrestarla pregiudicata si dà fuoco e muore

Nel ’95 tentò di sequestrare un imprenditore: doveva scontare tre anni e mezzo

da Vicenza

Una donna di 60 anni, pregiudicata, si è uccisa dandosi fuoco con un liquido infiammabile quando i poliziotti si sono presentati a casa sua, nel Vicentino, per notificarle l’arresto. Quando ha visto i poliziotti arrivare nella sua abitazione a Brendole, Silvana Pieropan, si è chiusa dentro, si è versata addosso il liquido e si è data fuoco, morendo poco dopo.
Gli agenti hanno assistito alla scena senza poter intervenire. Silvana Pieropan avrebbe dovuto scontare una condanna a tre anni, cinque mesi e dieci giorni, per concorso nel tentato sequestro nel 1995 dell’imprenditore conciario Fernando Thiella. La casa della tragedia fa parte di una vecchia corte con cinque abitazioni vicino al municipio di Brendole, ai piedi dei Colli Berici. La Pieropan non era molto conosciuta in zona ma il suo nome era finito nelle cronache il 25 ottobre 1995 quando assieme ad altre cinque persone, tra cui suo fratello Bruno Pieropan, 65 anni, di Chiampo (Vicenza), venne arrestata per il tentativo di sequestro del conciario Fernando Thiella. Un rapimento sventato dai carabinieri che il 23 ottobre bloccarono la banda a Meledo di Sarego, non lontano dall’industria di Thiella, un’ora e mezzo prima che venisse messo a segno il sequestro.
Secondo l’accusa, Silvana e Bruno Pieropan avrebbero dovuto occuparsi dell’organizzazione.

Allo scopo era stato acquistato con documenti falsi un camion ed era stato preso in affitto anche un appartamento sul Garda, un’auto, e una «house boat» per un eventuale viaggio in mare sino alla ex Iugoslavia. Il 28 novembre 1995, il gip di Venezia Carlo Mastelloni aveva disposto la scarcerazione dei fratelli Pieropan. L’uomo aveva l’obbligo di residenza mentre a Silvana Pieropan erano stati concessi gli arresti domiciliari.

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