(...) Secondo queste associazioni, infatti, il Comune punisce anziché incentivare chi affitta appartamenti a prezzi inferiori a quelli di mercato, infliggendo sanzioni e applicando laliquota Ici ordinaria (invece che quella agevolata). La scusa? Il mancato trasferimento, da parte dellinquilino, della residenza nellimmobile locato, condizione che non solo non è sotto il controllo dei proprietari ma non è neanche strettamente necessaria per la stipula dei contratti. Insomma, la macchina degli affitti convenzionati che sembrava poter venire incontro alla richiesta di case da parte dei ceti medio-bassi è vittima di una burocrazia paradossale che la rende opzione rischiosa e sconsigliabile. «È il naufragio di tutta la politica abitativa dellassessore Pastorino - tuona lavvocato Mario Fiamigi, responsabile commissione legale Appc - è noto infatti che di questi contratti la Giunta aveva fatto il fulcro della propria azione nel settore. Il Comune rischia così conseguenze contrarie a quelle volute». «La proprietà è vista come una mucca da mungere» aggiunge Leandro Gatto, segretario generale Appc, che avverte anche: «Attenzione, in questi giorni stanno arrivando le multe del 2003, e saranno seguite poi da quelle del 2004, 2005, 2006». Eh sì, perché come da miglior tradizione le cartelle pazze vengono spedite cinque anni dopo i fatti, impedendo così ai cittadini di prevenire ulteriori sanzioni. A giorni quindi potrebbero diventare infuocate le cassette delle lettere di migliaia di locatari (circa il 20% del totale, stima Assoutenti), spesso inconsapevoli dei cambiamenti di residenza dei propri inquilini. Le multe in arrivo sono pesanti perché calcolate sommando la differenza tra laliquota Ici agevolata con laliquota ordinaria (un balzo di due o quattro punti per mille a seconda dellanno di stipula del contratto), a una sanzione equivalente al 30% di quella che il Comune considera a tutti gli effetti unevasione sullimposta, più naturalmente interessi e spese di notifica.
I piccoli proprietari non sono, però, disposti a mettere mano al portafoglio: «È unapplicazione ingiusta e discutibile della normativa nonchè una mancanza di rispetto nei confronti della categoria - spiega lavvocato Marco Evangelisti, presidente nazionale Appc -; chiediamo che il Comune risolva in autotutela la questione e non prosegua più in questa schizofrenica ricerca di denaro». Fino, almeno, alla prossima raffica di cartelle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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