Agguato ai poliziotti, in 50 attaccano una pattuglia

Boscoreale (Napoli)L’agguato è scattato verso l’1,30 di lunedì. Due pattuglie della Digos stavano percorrendo via Carotenuto a Boscoreale, da una settimana teatro di tensioni e incidenti, quando si sono trovate accerchiate da una cinquantina di teppisti, con i volti coperti dai passamontagna e armati di spranghe, bastoni e botti. Al termine dell’assalto un poliziotto è rimasto ferito a un occhio ma tre talebani del Vesuvio sono stati arrestati. Per disperdere i dimostranti i poliziotti sono stati costretti a esplodere alcuni colpi di pistola in aria.
In via Carotenuto la Digos era arrivata seguendo un gruppo di ultras anti discarica, una cinquantina di giovani che si erano spostati dalla Rotonda Panoramica di Terzigno, luogo simbolo della protesta, pacifica e non. A piedi i dimostranti avevano raggiunto la vicina via Carotenuto e si erano poi divisi in alcuni gruppetti, probabilmente per compiere qualche scorribanda tra le strade di Boscoreale. I poliziotti, in servizio di intelligence con l’obiettivo di individuare mandanti e partecipanti delle rivolte notturne che da oltre un mese si stanno scatenando a Terzigno, hanno intercettato un gruppetto di ultras e sono usciti dalle loro auto civetta per identificarli. Mentre era in corso il controllo dal buio sono sbucati 50 delinquenti che hanno assalito i sei poliziotti con un fitto lancio di sassi e bottiglie. Un agente che si trovava all’interno di una delle due vetture è stato ferito all’occhio sinistro dalle schegge del parabrezza andato in frantumi. Gli agenti hanno impugnato le pistole di ordinanza e hanno sparato in aria alcuni proiettili. Quindi, la fuga dei talebani vesuviani. Ma due di loro (oltre al giovane che i poliziotti stavano controllando) sono stati bloccati dalla Digos. Le due auto civetta sono ripartite a forte velocità per Napoli, destinazione l’ospedale Vecchio Pellegrini per prestare soccorso all'agente ferito e successivamente la Questura. I tre malviventi sono stati arrestati con le accuse di violenza e resistenza a pubblico ufficiale e lesioni dolose e condotti nel carcere di Poggioreale.
Da domenica sera c’è una situazione nuova a Terzigno e dintorni. Gli scontri nei pressi della discarica, infatti, sono cessati da quando con il piano Bertolaso è stata decisa la bonifica della discarica Sari e il congelamento dell’apertura del secondo sito di Cava Vitiello. Spiega un investigatore che «qualcosa è cambiato anche da quando i cittadini che compongono la parte sana e civile della protesta hanno isolato gli ultras che puntualmente ogni notte assalivano le forze dell’ordine». E in serata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli s’è venuto a sapere dell’apertura di un fascicolo su presunte infiltrazioni della camorra fra i manifestanti antidiscarica.
Negli ultimi giorni pressanti sono stati gli appelli dal mondo della chiesa e delle istituzioni a sospendere la protesta ma, soprattutto gli atti di violenza contro le forze dell’ordine. Lo stop immediato di ogni azione violenta e pericolosa e la ripresa del dialogo sono stati invocati dalla Diocesi di Nola.
E anche il Prefetto di Napoli, Andrea De Martino, è tornato sull’argomento invocando un ritorno «alla normalità della vita quotidiana» rivolgendosi ai sindaci di Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno e Trecase.

De Martino ha poi avuto un lungo colloquio con il sindaco di San Giuseppe Vesuviano per indurlo a rivedere una sua precedente ordinanza con la quale era stata disposta, per oggi la chiusura del Comune, di tutti gli esercizi pubblici e delle scuole in segno di adesione alla protesta contro l’apertura della seconda discarica a Terzigno.

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