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Agnelli, Marotta e Del Neri: ecco la nostra Juve top secret

Il neo presidente è evasivo: «Avremo tempo per parlare di mercato» Marotta: «Punteremo sul made in Italy...». E il tecnico: «So io che fare»

Agnelli, Marotta e Del Neri: ecco la nostra Juve top secret

Torino - Diciannove minuti di conferenza stampa - forse meno - per dare il benvenuto a Beppe Marotta e Luigi Del Neri. E per non rispondere a domande scomode. La Juventus in questo è da sempre insuperabile: pochissimo contraddittorio e la volontà di non dare troppe spiegazioni. Padrone di casa, Andrea Agnelli: alla prima uscita da presidente, però, il figlio di Umberto non ha fatto granché per rendersi simpatico.

«Questo è l’inizio della nuova stagione sportiva. Sappiamo che c’è tanto lavoro da fare e lo faremo. Abbiamo scelto Marotta non solo per la sua capacità di operare sul mercato, ma anche perché è in grado di creare circuiti virtuosi tra lo spogliatoio e una società che resta quotata in Borsa. Del Neri? Ha una grande carriera alle spalle e può portare la Juve dove le compete». Fatta la premessa, nessuna risposta adeguata a domande per così dire poco allineate. Quale sarà il budget per il mercato? «Non è questa la sede, sono riflessioni nostre, ma avremo le risorse necessarie», la risposta del nuovo numero uno della società. Che ne pensa di Calciopoli 2? «Ci saranno altri momenti per parlarne». Che tipo di squadra sarà allestita? «Non affrontiamo questo tema». In compenso, si è venuto a sapere che ad Andrea Agnelli hanno telefonato parecchi presidenti di serie A, Moratti compreso: «Ho molto apprezzato. Del resto con Moratti siamo cresciuti insieme». Forse con il figlio, ma trattasi di dettagli.

Il nuovo corso della Juventus è iniziato così. Velocemente. Anche troppo. Con Blanc, ex uomo forte della società, che ha mostrato un sorriso stiracchiato e provato a mostrare ugualmente il petto: «Siamo tornati a essere l’ottavo club al mondo in quanto a ricavi, non abbiamo debiti e abbiamo dimostrato in questi quattro anni di sapere gestire le difficoltà. La mancata partecipazione alla Champions ci costerà 25 milioni, ma potremo risparmiare altrove senza intaccare i fondi destinati alla parte sportiva». Della quale, appunto, si occuperà Marotta, contratto triennale e l’aureola in testa: «Questo è come il primo giorno di scuola, un punto di arrivo, ma anche di partenza. Vorremo e dovremo giocare per vincere, sempre: la forza di una società non è solo economica, ma è fatta anche di progettualità, attaccamento alla maglia e tanti altri fattori. Giocatori nuovi? Intanto valorizziamo quelli che già ci sono: parleremo con tutti, Buffon compreso, e valuteremo se c’è la volontà di proseguire il cammino insieme. Dopo di che, io sono un fautore del made in Italy perché non siamo inferiori a nessuno né dal punto di vista tecnico né tattico. Poi è chiaro che non avremo preclusioni per nessuno: se ci sarà l’occasione di prendere qualcuno di davvero bravo all’estero, lo faremo. Obiettivi? Tornare in Champions: da quello non possiamo prescindere».

Quanto a Del Neri (biennale da 1,5 a stagione), gli è stata concessa la parola il minimo indispensabile: «Cercheremo di dare la fisionomia giusta alla squadra. Sarà un compito difficile, ma abbiamo la voglia e l’energia giusta per farcela. Cercheremo i risultati che tutti si aspettano e che magari non saranno immediati: noi però vogliamo essere vincenti sul campo e non solo. Sono emozionato, lo ammetto, ma anche sicuro di quello che si deve fare. È la sfida più importante della mia carriera, un’ulteriore crescita. Dovremo ricreare la giusta mentalità e una filosofia di gioco ben precisa che ci permetta di essere sempre noi stessi contro qualsiasi avversario». La parola scudetto non la pronuncia nessuno, ma la chiosa è di Agnelli: «Sognare si può e si deve. Altrimenti non si vive bene».

Sipario.

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