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Ai mondiali col sì del cardiologo

Forse per tranquillizzare la propria coscienza, ma anche per evitare responsabilità giuridiche, la Fifa ha stabilito che le squadre nazionali partecipanti ai mondiali 2006, in Germania, all’atto dell’iscrizione alla fase finale dovranno presentare i certificati medici di tutti i giocatori. I documenti, arricchiti da esami specifici, dovranno escludere qualsiasi rischio cardiaco soprattutto nei casi in cui le analisi abbiano riscontrato problemi o difetti congeniti. I medici, in questi casi, dovranno firmare una diagnosi che escluda rischi, soprattutto quelli mortali. «Ogni anno - ha spiegato Toni Graf Baumann, membro della commissione medica Fifa - vittime di disturbi cardiaci muoiono ventimila persone nel corso di attività sportiva». A ogni federazione nazionale verrà consegnato un formulario standard, che dovrà essere restituito debitamente firmato dai dirigenti e dalle autorità sanitarie di ogni Paese.


Dal Sudamerica all’Europa, recentemente e soprattutto nel calcio ci sono stati troppi casi mortali: l’ultimo è di venerdì, è avvenuto nei dintorni di Lisbona e a lasciarci la pelle stavolta è stato Hugo Cunha, centrocampista di una squadra di serie A portoghese, l’Uniao Leiria, morto per attacco cardiaco durante una partita tra amici, come quelle tra scapoli e ammogliati.

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