Roma

Aids: la metà degli studenti romani non usa il preservativo

L'indagine di Anlaids Lazio ha interessato i ragazzi tra i 16 e i 19 anni di 12 istituti scolastici della capitale. Presto il questionario verrà distribuito anche in altre scuole

La metà degli studenti romani non usa il preservativo. Un dato allarmante che emerge dal progetto «Informazione e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili inclusa l'infezione da Hiv in ambito scolastico» portato avanti da Anlaids Lazio in alcuni istituti capitolini.
Il virus, come se non bastasse, non viene tenuto nella dovuta considerazione se si pensa che il 94 per cento dei ragazzi non si è mai sottoposto a un test Hiv, il 63 per cento sottostima l'incidenza dell'infezione e il 49, appunto, dichiara di non utilizzare il preservativo nei rapporti sessuali occasionali. I risultati sono stati presentati oggi in Campidoglio dal sindaco, Gianni Alemanno, dal presidente della commissione sanità, Fernando Aiuti e da quello Anlaids, Massimo Ghenzer.
Il test fino ad oggi è stato sottoposto solamente agli alunni di 12 scuole e si tratta di ventuno domande sull'Hiv e sulle malattie sessualmente trasmissibile, Nell'arco dell'anno scolastico 2010-2011 verranno intervistati gli studenti di altri quaranta istituti, dove sono stati distribuiti i questionari ai ragazzi tra i 16 e i 19 anni. «Nelle risposte spontanee date dai giovani emerge la mancanza di informazione - ha detto Aiuti - non è stato facile proporre questo test alle scuole». Durante gli anni l'Anlaids ha raggiunto con i suoi questionari circa 50mila giovani e le domande sono state compilate in collaborazione con lo Spallanzani. Dalle risposte emerge come nelle scuole l'informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili è ancora troppo poca (47 per cento), mentre il 22 per cento degli intervistati vorrebbe che se ne facesse di più. Ma ancora il 54 per cento dei ragazzi che non è favorevole ai distributori di condom nelle scuole. «Il livello di guardia è troppo basso qualche risultato si è raggiunto ma un impegno in più per l'informazione sarebbe dovuto - ha detto Ghenzer - per quanto riguarda l'uso del profilattico: i ragazzi lo utilizzano più come metodo contraccettivo che come protezione dalle Mst». «Bisogna fare scelte sull'educazione e sulla prevenzione - ha detto il sindaco - chiederemo alle istituzioni di programmare un piano e daremo ad Aiuti l'incarico di scrivere una lettera da inviare a tutte le istituzioni competenti».
Le malattie più comuni sono sifilide, gonorrea, epatiti A, B, C e D e Hiv, che fa registrare ogni anno circa 4mila nuovi contagi.

Nonostante ciò il 46 per cento dei romani intervistati non ha mai chiesto al proprio partner sessuale di sottoporsi ai test prima di avere rapporti non protetti.

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