«Aiutateci, è un dirottamento»: un ubriaco fa scattare l’allarme

Sembrava un dirottamento in piena regola. Con un extracomunitario armato di coltello che minacciava i passeggeri e l’autista per far cambiare direzione al pullman partito dalla stazione tiburtina e diretto a Kiev. Sembrava di rivivere l’incubo del bus sequestrato da tre albanesi a maggio vicino Novara. Imponente lo spiegamento di forze. Intervengono prima la Questura di Roma, poi la polizia stradale e la Digos e, infine, la Questura di Terni. Fino a che l’autobus, di una linea privata, viene bloccato e costretto a fermarsi in una stazione di servizio vicino ad Amelia e l’equivoco è chiarito. È stato solo un falso allarme in realtà.
Un equivoco dovuto a un ubriaco che ha cominciato a minacciare e inveire contro gli autisti e a un problema di lingua. Al 113 infatti è giunta una telefonata di alcuni amici dei conducenti che, per un fraintentendimento linguistico, ha fatto credere alla polizia fosse in atto un dirottamento.
In serata poi l’uomo è stato denunciato e i trenta passeggeri ucraini hanno ripreso il loro viaggio. «Per noi - hanno commentato i dirigenti della questura di Terni, che ha coordinato l’operazione - si è trattato, alla fine, di un’utile esercitazione, ottimamente riuscita, nell’ambito del Piano di controllo delle emergenze predisposto per allarmi gravi».
Protagonista della vicenda, S.V. ,un ucraino di 51 anni, in Italia con regolare permesso di soggiorno, che dovrà rispondere di ubriachezza molesta, minacce e procurato allarme. Il pullman era partito alle 11 dalla stazione Tiburtina.

Secondo la ricostruzione dei fatti da parte della polizia, l’uomo, ubriaco, ha cominciato a dare in escandescenze, anche minacciando gli autisti di morte. È così scattato il falso allarme (successivamente è infatti emerso che l’uomo non aveva un coltello e che l’autobus non è stato dirottato), con il coinvolgimento della polizia.

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