Aiutiamo il medico a curarci meglio

Grazie alla cardiologia interventistica ed all’angioplastica, si muore sempre meno per infarto. Le infezioni non sono più un flagello dell’umanità, gli antibiotici hanno vinto questa battaglia. La scoperta dell’insulina ha reso il diabete non più una condanna a morte, ma una malattia con la quale si può convivere. La vita media si va progressivamente allungando e soprattutto migliora la qualità: oggi a 60 - 70 anni si va tranquillamente in bicicletta, si scia, si viaggia, si cade da cavallo, alcuni inebriati da un senso di onnipotenza pensano perfino ad un nuovo matrimonio, alla paternità, entrano in competizione con i figli.
Negli ultimi cinquant’anni la medicina ha compiuto tali passi avanti da essere considerata da alcuni una scienza esatta e la morte non una certezza per ogni essere umano, ma un fatto dovuto ad un errore o alla scarsa competenza di un medico. La cultura occidentale è ricca di miti e di false realtà ed alimenta errate convinzioni: la malattia non è accettata. E’giusto combatterla, ma con il passare degli anni dovremo sempre più spesso affrontarla. Quando al mattino solleviamo dal letto le nostre gambe e ci alziamo, siamo in realtà dei miracolati. Questi gesti semplici sono un limite invalicabile per milioni di persone colpiti da malattie molto diffuse o rare. Sono privi di forza i 27mila bambini che ogni giorno muoiono per fame in Asia e in Africa. Quando siamo in buona efficienza psicofisica siamo al centro di una grande armonia originata dalla perfetta simbiosi di più sistemi complessi: la nostra psiche, il cervello, il sistema endocrino, quello immunologico. Una minima disfunzione del nostro apparato circolatorio o respiratorio può alterare irrimediabilmente il nostro equilibrio in modo così grave da rendere inutile qualsiasi atto medico. Confidiamo nella competenza e professionalità dei nostri medici, tra i migliori al mondo, ma ricordiamoci che è fondamentale la prevenzione, la nostra salute psico-fisica va salvaguardata. L’ecologia mentale va costruita giorno dopo giorno migliorando il rapporto d’amore con noi stessi. La ricerca farmaceutica offre oggi nuovi farmaci che riescono ad arrestare lo sviluppo di molte neoplasie ed in alcuni casi portano alla guarigione. La medicina - ricorda sempre Claudio Cavazza, presidente Sigma Tau - deve porsi come obbiettivo il miglioramento delle difese immunitarie e l’armonia del metabolismo cellulare. L’italiano Napoleone Ferrara che lavora in California alla Genentech (Gruppo Roche), uno dei più grandi Centri di ricerca biotecnologica al mondo, ha scoperto il Vascular endothelial growth factor ed ha messo a punto nuovi anticorpi monoclonali che, utilizzando il processo angiogenetico, bloccano lo sviluppo tumorale privando le cellule neoplastiche dei necessari nutrimenti che ne garantiscono lo sviluppo. Uno studio fondamentale.
Il gigante Novartis con Glivec riesce a guarire la leucemia mieloide cronica, Astra Zeneca, con Iressa, ha dimostrato che è possibile combattere lo stesso tumore al polmone. Le grandi industrie farmaceutiche investono ogni anno in ricerca oltre cinque miliardi di dollari, hanno Centri in tutti i continenti con migliaia di studiosi alla ricerca di nuove efficaci principi attivi. In Italia non abbiamo grandi aziende farmaceutiche che investono miliardi di dollari, ma numerose sono apprezzate anche all’estero per i propri studi d’avanguardia che hanno dato risultati: la Sigma-Tau, la Menarini, la Chiesi , la Zambon, la Recordati, la Rottapharm, si sono imposte anche all’estero.
«In questi giorni - ha dichiarato il presidente di Farmindustria Sergio Dompé - assistiamo all’inaugurazione di nuovi Centri di ricerca e produzione farmaceutica e alla ripresa delle attività negli stabilimenti delle zone terremotate. E’ la conferma che le imprese del farmaco possono rappresentare una delle risposte positive alla grave crisi economica in atto. Un impegno delle aziende che non deve essere penalizzato da politiche con tagli alla spesa che mettono a rischio la competitività del settore. Considerato anche che dal 2007 la spesa farmaceutica territoriale è sotto controllo e che in Italia i prezzi sono i più bassi d’Europa e la spesa pubblica pro-capite in farmacia è del 30% sotto la media dei principali Paesi Ue».
In Italia nonostante la crisi economica internazionale vi sono aziende in controtendenza come Chiesi Farmaceutici che punta proprio sulla ricerca (108 milioni di euro investiti nel 2008, pari al 14,5% del fatturato). Pochi giorni fa ha iniziato la costruzione del nuovo Centro Ricerche di Parma che ha richiesto un investimento di 70 milioni di euro, per un’iniziativa tutta italiana.

A Gerusalemme è stato concluso tra il Gruppo Zambon e la Hebrew University un contratto per lo sviluppo e la commercializzazione di una nanotecnologia di drug delivery per la somministrazione di farmaci nella terapia del dolore. L’Italia può esportare anche conoscenza e nella sanità ospedali chiavi in mano.

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