Giovanni Zamagni
Max Biaggi, il pilota che prima dell'arrivo di Valentino Rossi era il motociclismo in Italia, rischia seriamente di rimanere a piedi nella prossima stagione. Al momento, solo lintervento deciso del suo sponsor tabaccaio potrebbe salvare capra e cavoli. Più dei risultati, comunque al di sotto delle aspettative sue e della Honda, sono infatti le continue critiche che il romano rivolge alla Hrc da molto tempo a questa parte che hanno fatto indispettire i giapponesi. I quali non hanno avuto nessun timore nel far andare via Rossi, figurarsi se si possono spaventare all'idea di perdere Biaggi, che in tre stagioni in sella alla RC211V ha conquistato tre gare, due nel 2003 e una nel 2004. La situazione sarebbe precipitata - il condizionale è d'obbligo, perché le parti interessate preferiscono non commentare - sabato scorso dopo le prove del Gp della Turchia. Biaggi, indiavolato per essere solamente dodicesimo, ultimo tra i piloti Honda alle spalle anche del debuttante Chris Vermeulen, avrebbe inveito contro gli ingegneri, dicendo che la moto era un disastro. Un concetto poi ripetuto alla stampa, anche se con toni più morbidi.
«Faccio quello che posso - aveva detto Max sabato pomeriggio -, ma questo per me non è fare le corse. Siamo veramente ai minimi storici, sono sicuro che anch'io potrei andare forte come i miei compagni (in Turchia, la Honda aveva conquistato i primi tre posti sullo schieramento di partenza, ndr) se solo ne avessi la possibilità. Dopo Motegi per me è finita, si è abbassata la saracinesca e non sono più stato competitivo. È successo nelle ultime tre gare e si ripeterà anche a Valencia: non è pessimismo il mio, ma realismo. Forse in Giappone ero andato troppo forte...».
Un'accusa nemmeno troppo velata alla Hrc colpevole, a giudicare dallo sfogo di Biaggi, dimpedirgli di conquistare il secondo posto in classifica generale alle spalle di Rossi. «Biaggi - aveva detto in Australia il presidente della Hrc Suguru Kanazawa - ha avuto più problemi degli altri piloti ad adattarsi alle caratteristiche della moto. E anche noi abbiamo avuto più difficoltà con lui. Abbiamo cercato di aiutarlo, ma con Max è stato difficile trovare una soluzione. Credo sia più un problema di pilota che di moto: Max è in difficoltà nel bilanciamento della moto, nell'erogazione, nella messa a punto generale del motore».
Nonostante questo, fino al Gp della Turchia sembrava comunque che la Honda non avesse problemi a dare una moto a Biaggi per il 2006, anche se quella del team satellite di Pons. Ma la sfuriata di Istanbul ha fatto precipitare la situazione e al termine della gara ci sarebbe stato un incontro tra i responsabili della Hrc, Sito Pons e la Camel, sponsor del manager spagnolo da tre anni. I giapponesi della Honda, esasperati dal comportamento di Max, avrebbero posto il veto a Pons di riprendere nella propria squadra il romano, consigliando - per non dire «obbligando» - Sito di affiancare Alex Barros a Carlos Checa. Se così fosse, per Biaggi non ci sarebbe più posto nel motomondiale, perché la Suzuki si è appena accordata con il vice campione del mondo della superbike Chris Vermeulen (non è ufficiale, ma è praticamente certo), mentre alla Ducati andrà Sete Gibernau, sostituito nel team Gresini da Toni Elias. Anche l'ingaggio di Gibernau non è stato ancora reso pubblico, ma anche se le due parti, per qualche strana ragione, si dovessero allontanare, è difficile che Biaggi finisca a fianco di Loris Capirossi: i due non si possono vedere e avendo Loris già un contratto in tasca, per Max, che pure in passato era stato contattato dalla Ducati, non c'è nessuna possibilità di chiudere la carriera sulla rossa a due ruote.
Nel 2006, quindi, Max farà da spettatore? Non è ancora detta l'ultima parola. La Camel vuole comunque a tutti i costi il romano, con il quale ha debuttato in MotoGP e che continua a seguire anche oggi come sponsor personale. Insomma, la multinazionale del tabacco non ha nessuna intenzione di rinunciare a Biaggi per il 2006 ed è difficile che sia la Hrc a farle cambiare idea. Piuttosto, la Honda, dopo aver perso la Telefonica, ci penserà non una, ma mille volte prima di lasciarsi scappare uno sponsor come la Camel, che porta tanti soldi.
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