Aiuto, è tornato il cowboy Ma stavolta viaggia leggero

C'è un grande prato verde dove sboccia la moda maschile di Prada e come nella canzone di Morandi intitolata Un mondo d'amore, quel prato è al tempo stesso metafora e realtà.
I 600 invitati alla sfilata in calendario ieri sera a Milano erano infatti seduti su altrettanti cubi di poliuretano blu distribuiti sul finto tappeto erboso che ricopriva l'intera sala facendo sia da sfondo che da pedana a una collezione dedicata al golf. «Non ho mai giocato - puntualizza Miuccia - non saprei nemmeno da che parte cominciare, ma in questo sport ci sono tanti contrasti affascinanti su cui m'interessava lavorare per costruire una moda allegra, scanzonata e giovane». In effetti da qualche tempo a questa parte oltre alle club house in cui ci si presenta sul green con i classici pantaloni a quadretti, polo o camicie inappuntabili e a volte perfino la cravatta, ci sono strade e terrazze di città dove bande di golfisti assatanati giocano nel cuore della notte fregandosene di tutte le regole a cominciare da quelle vestimentali. È a questo mondo scanzonato che vuol guardare Lady Prada con i suoi pantaloni a fiori sotto al pulloverino cammello, con la sacca da golf colorata che più colorata non si può, i cappellucci strafottenti e le camicie borchiate da cowboy oppure stampate con quel gusto vintage. Accanto a tutto ciò c'erano comunque dei bellissimi completi grigi con tanto di giacca a doppiopetto riveduta e corretta nelle proporzioni, ma insomma classica. Non mancavano le tipiche scarpe da golf con mascherina sfrangiata oltre a quelle borchiate o ricamate. Del resto il grande pregio di questa collezione sta nell'assoluta riconoscibilità dei pezzi, ma da qui a strapparsi le vesti perché Prada ha fatto il golfista cow boy, francamente ce ne corre. Ciò detto la grande signora del made in Italy ha ragione quando dice che gira più intelligenza nel mondo della moda che in qualunque altro ambiente, sarebbe solo ora di piantarla con gli atteggiamenti di superiorità perché dietro a una collezione riuscita c'è lavoro, ricerca, sperimentazione creativa e serietà.
Esemplare in questo senso l'incredibile leggerezza ottenuta da Giorgio Armani con i capi della collezione Emporio. «Siamo riusciti a rendere leggero il marmo» motteggia lo stilista nel backstage per via delle prime uscite con una stampa marmorizzata grigia su completi giacca e pantaloni talmente light che a noi viene in mente l'immagine di un uomo vestito di nuvole. La storia prosegue con altri colori e fantasie, ma non c'è una giacca con le spalline e tutte hanno lo stesso peso inesistente di una camicia pur mantenendo inalterato quell'aplomb che d'estate molti tendono a perdere con la scusa del caldo. I pantaloni, per esempio, sono leggermente più corti, dritti e con tante pinces. «Sono pensati per un uomo che non ha bisogno di mettere i bermuda in città per stare fresco» conclude un Armani giustamente soddisfatto.
Del resto lo stato dell'esteta d'estate sarebbe la pura desolazione se non ci fossero designer come Ermanno Scervino che al posto dei calzoni a pinocchietto che starebbero male anche ai bronzi di Riace, propone stupendi calzoni in lino principe di Galles o pied de poule: leggerissimi, con l'orlo volutamente malfatto, un niente addosso che cade bene per via di un'anima metallica nel tessuto. Invece dell’orribile canottiera ci sono strepitose camicie larghe perché ci passi l'aria e lunghe dietro per portarle fuori dai calzoni senza sembrare uno scappato di casa. Dello stesso segno la bella collezione dedicata da Angela Missoni a suo padre alle olimpiadi di Londra nel 1948. Il comfort sportivo della maglia coniugato con un nuovo senso delle esigenze maschili produce capi modulabili come il gilet staccabile dentro l'impermeabililino color tabacco. Sportiva e futuribile anche la moda uomo di Calvin Klein con pezzi formidabili come il completo di macro piquet, la giacca con quadretti di plastica tridimensionali e il blouson-camicia laserato.

Divertenti le classiche stringate con tre centimetri di para trasparente sotto. Invece Alistair Carr, giovanissimo designer di Pringle, presenta una collezione perfetta per passare l'estate a Stoccolma se sei un ragazzino pallido, complessato e che detesta il sole.

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