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Alba-Carlà, duello nei salotti gauche

La soubrette attacca la Bruni: " E' il simbolo dello snobismo radical chic lontano dagli operai"

Alba-Carlà, duello nei salotti gauche

Nel video c’è un tipo che gira a torso nudo, in secondo piano, reggendo un robusto moccolo. Lei, le gambe ripiegate armoniosamente sotto il sedere, grattugia una chitarra e canta con la faccia da gatta morta una canzoncina in cui si ripete fino all’ossessione, però in francese, che qualcuno le ha detto... Sembra la Sandy Shaw di «Quelli eran giorni» o «La danza delle note», roba melensa degli anni Sessanta. Chi frequenta il «Tubo» avrà già capito di chi parliamo. Agli altri, una minoranza di sfigati, offriamo un altro indizio. La ragazza (dimostra sempre 23 anni, ma va per i 42) è quella che ha detto: «Quando mi scattano una foto non dico cheese. Dico “sesso”». Forse non è un grande indizio. Son buoni tutti a dire cheese, in effetti.
L’altra, come la prima «born in Torino», è una soubrette maliarda ormai avviata sul famoso viale sul quale un giorno si incamminò Gloria Swanson quando le diedero da interpretare il personaggio di Norma Desmond. Quella che canta è Carla Bruni in Sarkozy. L’altra, famosa per le sue labbra a canotto, è Alba Parietti. Dov’è la notizia, direte voi. La notizia è che la Parietti, intervenendo a un programma che si vede sul «Tubo» e si chiama Klauscondicio, ieri è saltata sulla testa della first lady francese spettinandola un bel po’. E tutto questo perché la signora Bruni sarà stasera da Fabio Fazio, e insomma dice la Parietti che figuriamoci se l’ex modella, ora cantautrice, verrà a chiedere scusa per aver detto, tempo fa, che «a volte» era «contenta di essere diventata francese». E una di queste volte, il lettore ricorderà, si era presentata appunto quando Silvio Berlusconi aveva celiato sull’«abbronzatura» di Barack Obama. «Lo siamo anche noi» (contenti, intendeva), la fulminò Francesco Cossiga, che quando gli salta la mosca al naso tira certe sciabolate...
Da Fazio, secondo la Parietti, la signora Carlà «non tornerà sui suoi passi. Non è una donna che può chiedere scusa. Non è nel suo Dna». Già questo vaticinio della Parietti avrebbe reso necessaria la visione della puntata odierna di Che tempo che fa. Ma vi è dell’altro, purtroppo. Decisa a dare una regolatina alla snobbettona che faceva la modella (ma che qui noi salutiamo con il cortese rispetto che si addice, dioguardi, alla moglie di un capo di Stato straniero), la Parietti ha pensato bene di buttarla in politica, lei che saranno neanche dieci giorni fa aveva fatto vorticare per l’aria una sua possibile candidatura (nel Pd, chiaro) salvo poi rimangiarsela dicendo che si era un po’ scherzato. E buttandola in politica ha detto che la Bruni rappresenta «la sinistra snob, radical chic, quella salottiera e autoreferenziale che consegna il Paese alla destra ormai da decenni». Di qui un breve, rotondo pistolotto al sapore di comizio (ma la Parietti non si candida, dice lei) per arruffianarsi il popolo di sinistra. Il quale popolo, dice la soubrette avviata sul boulevard che passa per Hollywood e finisce a Pacific Palisades, «si identifica nei Carabinieri, nella Polizia di Stato, nei simboli della lotta operaia, in chi si occupa realmente della loro condizione economica. Proprio come aveva scritto Pasolini».
Ora, può anche darsi che in Italia ci sia una sinistra che si identifica nei Carabinieri e nella Polizia (nella Finanza no, anche loro non ce la fanno, evidentemente). Però, detto questo, bisognerà pur dire quel che una donna di sinistra come lei - una donna semplice e senza grilli per la testa, che si preoccupa della condizione economica della classe operaia - pensa della regal coppia francese. Una coppia perfetta, questo il giudizio. Nel senso - ed ecco la rasoiatina - sono due narcisi che si rispecchiano perfettamente e hanno trovato un perfetto accordo. Sono speculari e rendono perfettamente l’idea di una coppia vincente, molto simile a Jacqueline e a John Kennedy. Niente a che vedere con Obama e la signora Michelle, ovvio. «In Obama - ragiona la Parietti - si identifica chiunque. La sua parola d’ordine è: “Io posso farcela”. Obama è un portatore di un segnale di speranza. Ma nessuno può, onestamente, identificarsi nel percorso di Carla Bruni».
Che falsona, però, questa gatta morta che si faceva fotografare col sedere al vento ancora pochi mesi fa e che oggi si atteggia a capessa di Stato. «Camaleontica». Ecco come pare alla Parietti la Carlà. «Prima dava l’immagine della rubauomini; poi a Telethon sembrava una uscita dal collegio delle Orsoline, mentre oggi interpreta con efficacia il ruolo della first lady. È molto persuasiva...».
Camaleontica e un po’ cialtrona. Vedi la storia della brigatista Marina Petrella, che la Bruni, cuor d’oro, vorrebbe trattenere in Francia. Lei, l’«emigrante di lusso» che al tempo delle Br se la filò in Francia con babbo, mamma e palanche.
Brava, bis per la soubrette.

Stasera si replica da Fazio. O no?

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